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Susa e la lana tinta a mano

martedì 2 agosto 2011


Non ricordo con precisione chi me l'abbia fatto conoscere, forse l'amica Filly, ma alcuni mesi fa ho scoperto il blog di Susa, Glasperlen un wollshop, un'abile artigiana tedesca, che fa bellissime perle di vetro, ma, soprattutto, tinge la lana con un gusto e un'abilità incredibili, a mio avviso.

Dopo aver meditato a lungo, ho acquistato la mia prima matassa, 100 grammi di Filisilk Zitron nel colore Meeresrauschen. Credo che prima o poi tornerò sul luogo del delitto... drogata!

Ora non mi resta che farne un gomitolo e, prima o poi, inventarmi qualcosa di speciale per utilizzarla. Dal momento che si tratta di un filato lace (100 gr. 600 m.), 70% merino, 30% seta, credo che il progetto più adatto potrebbe essere uno scialle o una stola. Ci penserò.

Quando Berta filava

mercoledì 13 aprile 2011




Continua il mio viaggio dietro il gomitolo e questa volta ci ho messo le zampe in prima persona. Grazie all'organizzazione di Donna e a Deborah Gray, esperta e pazientissima insegnante, sono riuscita a farmi un'idea di come nasceva il filo di lana fino a non molto tempo fa, in modo artigianale, dal vello sucido. Il corso si è tenuto lo scorso weekend a Lucca e replicherà il prossimo.
Il vello in questione era appartenuto a una pecora Sopravissana, allevata in Abruzzo e, come potete vedere nelle foto era abbastanza sporco. La prima cosa che mi ha colpito è la forma del vello, rimane intero, ed è grande, più di quanto credessi.

In fondo non è passato molto tempo. Ieri mia nonna mi ha detto che sua sorella, durante la seconda guerra mondiale, filava la lana dei materassi per produrre indumenti per la famiglia. Mio suocero ha una foto in cui una donna della sua famiglia si dà da fare col filatoio nel cortile di casa.
Non è passato molto tempo, ma abbiamo perso il contatto con le cose che usiamo, con i materiali, abbiamo perso saperi e abilità e proprio per recuperare un minimo di consapevolezza ho deciso di provare a imparare a filare la lana e, più o meno, ci sono riuscita. Ho pettinato i fiocchi di lana, privandoli delle impurità (ma non ho avuto il coraggio di provare a cardare, ci vuole troppa coordinazione), ho usato un fuso e ho prodotto una specie di filato a due capi (quello tutto bozzoluto della foto) con cui, assistita da Deborah, ho fatto una mini matassa utilizzando l'aspo.

Si può fare, non è facile, ma si può fare e il momento in cui si sente la fifbra diventare filo, nel modo giusto, tra le dita è quasi magico.

A margine, se non lo avete ancora fatto, visitate Lucca, è una città bellissima e vivibile, con una piazza tra le più caratteristiche d'Italia (piazza dell'anfiteatro), un patrimonio architettonico straordinario e una cinta muraria unica nel suo genere, 4,5 chilometri percorribili a piedi o in bicicletta, con parchi prati e bellissimi alberi.