Pausa prefestiva

mercoledì 26 dicembre 2012

Riesco solo oggi a trovare un po' di tempo per scrivere qualcosa. Le feste arrivano spesso a travolgere le mie giornate con mille impegni e il blog è il primo a farne le spese. Anche la maglia ha subito, mio malgrado uno stop, ma (Grizzly permettendo) è giunto il momento di recuperare.

gomitolatore orbitale con gomitoli di filato tinto da Elbert


Oggi stesso metterò al lavoro il magnifico gomitolatore che ho ricevuto in dono e (Grizzly permettendo) trasformerò molte matasse che giacciono inutilizzate nello stash in ottimi gomitoli utilizzabili, dopodiché darò sfogo per tutte le vacanze ai miei istinti maglierecci repressi, finalmente.

Solo un pensiero frena il mio entusiasmo: i pattern da controllare e trascrivere. Quello sì che è un lavoraccio...

E voi come avete vissuto questo periodo? Che piani avete di qui al 6 gennaio?

Una raccolta per il Cuore

lunedì 10 dicembre 2012

Il Cuore di Maglia, naturalmente!



Sono molto felice di presentarvi, insieme alla mia compagna di sferruzzo Natascia, questo libriccino di 4 pattern e 42 pagine di foto, link, spiegazioni tecniche e 6 mesi di lavoro, dedicato a Cuore di Maglia, alle sue instancabili sferruzzatrici e ai suoi bambini minuscoli.

Chi lo desidera può scaricare il libro gratuitamente qui
Basta cliccare sull'icona con la freccetta proprio sotto l'anteprima.
Basta meno di un gomitolo per realizzare uno dei capi, poche ore di lavoro e una corsa all'ufficio postale per regalare un berrettino, un cardigan, un paio di pantaloncini o di scarpine all'associazione e ai suoi bambini.

Grazie a Laura, per il suo appoggio e per il lavoro che fa per l'associazione, a tutta Cuore di Maglia, alle tester preziosissime, alla Filatura Bracco, che ci ha fornito Super Baby, un filato ottimo per realizzare abbigliamento per bambini e a Natascia perché lavorare, ragionare, sferruzzare con lei è un'esperienza speciale, anche con 198 km in mezzo.


A mezzanotte

venerdì 30 novembre 2012

in punto, come per magia, sul blog di Cuore di Maglia, apparirà il nuovo libro di schemi

Insieme a tante ragazze sferruzzanti, questa volta, ci sono anch'io e ne sono ursinamente fiera!

Il libro contiene storie e tanti schemi, non potete perderlo.



"Keep your head to the sky" su ai ferri corti blog

martedì 27 novembre 2012

Per scaricare le istruzioni fare click qui (ravelry)


Invitando, chi non lo facesse abitualmente tra i miei lettori a gomitoli, ad aggiungere ai preferiti il blog ai ferri corti, gemello siamese e omonimo dell'ottimo libro di Alice Twain, sono orgogliosa di poter linkare il suo articolo sul  mio ultimo cappello, Keep your head to the sky.


Per acquistare il libro fare click qui




Un nuovo abitante della tana dell'orso

domenica 11 novembre 2012

In questi giorni non riesco a sferruzzare più di tanto. Non è da me, ma ho avuto moto da fare per organizzarmi, per andarlo a prendere, per attrezzare la tana affinché fosse a prova di felino.

Ed eccolo qui, si chiama Grizzly (potevo non dargli un nome ursino?). Pensiamo che abbia due anni circa, è stato lasciato all'aperto da qualcuno che non lo voleva più, ma in casa è bravissimo, tranquillo e molto affettuoso. Ora devo cercare di farlo convivere con i miei gomitoli e di lavorare a maglia in sua presenza.

Se vi capita l'occasione di adottare un gatto già grande, pensateci. Non sono buffi e spassosi come i gattini, ma sanno essere adorabili e, poiché è più difficile trovargli una famiglia,  potrebbero avere più bisogno di voi.


Il destino di una matassa

martedì 6 novembre 2012

Da un paio d'anni questa matassa giaceva nel mio stash in attesa di un progetto adatto e da un po' di tempo volevo fare un cappello un po' matto, diverso dai miei soliti zuccotti tranquilli, un cappello buffo, un po' cascante sul dietro e colorato, ideale per la neve e per i giorni più freddi, che aspetto con ansia (perché, non so se ve lo avevo già detto, ma io adoro l'inverno!)







Il progetto non è particolarmente originale, ma è veloce e divertente da fare e va a meraviglia sia per le capocce femminili che per le zucche di mariti, fratelli, padri, fidanzati e, sopratuttto, magliuomini. Servono una matassa circa, diciamo un po' meno di 100gr e 160m di filato tipo bulky e ferri da 5,5mm e 6,00mm. Io ho usato Rowan Colourscape Chunky, nella sfumatura Northern Lights, un mix di blu profondo, turchese, viola, fucsia e verde, in 100% lambswool disegnato in collaborazione con il mago del colore Kaffe Fassett... uno sballo.



Il pattern, che inaugura la serie BASIC del collettivo maglia 198,  è semplicissimo, adatto a principianti alle prese con le prime esperienze con la lavorazione in tondo ed è un progetto veloce da realizzare, di soddisfazione immediata. Come se non bastasse è anche gratis. Ho ancora un suggerimento, se avete voglia di fare un piccolo gesto per chi lo apprezzerebbe molto, fatene uno per Adotta con i tuoi ferri da maglia o uncinetto un senza dimora (il link vi porta alla pagina FB dell'iniziativa dove potrete avere tutte le informazioni necessarie).

Diamonds are forever

venerdì 26 ottobre 2012



In questo autunno che tarda ad arrivare, ma che, finalmente, sembra fare capolino, non potremo fare a meno dei guanti senza dita. Per me sono un accessorio fondamentale, mi permettono di usare le mani senza congelarmele e poi per un orso sono imprescindibili, con le unghie che mi ritrovo...

Per questo motivo tendo a farne e a disegnarne tanti. Questi sono il mio ultimo modello.




Si chiamano Diamonds are forever, il titolo di una canzone e un omaggio a 007, che casca a fagiolo, con il nuovo episodio in uscita proprio in questi giorni. Seguendo il link si arriva alla pagina Ravelry da cui è possibile acquistare il pattern per la modica cifra di 2,00 euro.

Un grazie, sentitissimo, alle magnifiche tester: airali, isa1950, mmamma, strega732 e Tzugumi. Lavorare a questo progetto con voi è stato un piacere! 

Liguria alla riscossa

lunedì 15 ottobre 2012

Dopo averci pensato anni senza fare nulla, ho deciso di fare il primo passo verso la creazione di un movimento di magliste e uncinettatrici anche nella nostra regione. Ho scritto a destra e a manca, ho fatto spam su FB, ho gettato in mare bottiglie con messaggi, fatto i segnali di fumo dal balcone e, alla fine, è nato il primo gruppo Ravelry dedicato a chi vive, lavora, viene in vacanza in Liguria o a essa è legato per qualunque ragione: Ferri e uncinetti di Liguria. Lo scopo è quello di riuscire prima o poi a realizzare stitcch'n'bitch, incontri e iniziative varie anche qui da noi, a Genova, per quanto mi riguarda, ma anche in tutto il resto della regione. Perciò, se qualche ligure o genovese mi sta leggendo, e vorrebbe incontrare altre maniache o maniaci con la stessa insana passione per i filati, mettetevi in contatto, vi stiamo aspettando!

Oggi utilizzo il mio blog per promuovere l'iniziativa di due amiche, Janka e Marinin, che lanciano un nuovo stitch'n'bitch tutto ligure.


Purtroppo, la scelta del giorno infrasettimanale mi impedisce di partecipare (per via della distanza), ma se siete vicine, unitevi alle ragazze, sferruzzare in compagnia è ancora più bello.

Ogni tanto ci ricasco

sabato 6 ottobre 2012

Nonostante tutti i miei buoni propositi di coltivare una sola attività: la maglia, per farlo bene, al massimo delle mie possibilità, ogni tanto ricasco nel mio vizio di divagare e non riesco a resistere alla tentazione di cambiare un po'. Di solito, quando mi punge l'uzzo di variare, mi dedico al Fimo o Cernit (li uso tutti e due) e mi metto a produrre bottoni, con la scusa che poi li userò per qualche fantomatico maglioncino (così il legame con lo sferruzzo salva la mia coscienza tormentata).

Ecco i miei ultimi risultati

Mi sono anche divertita a confezionarli con la mia faccia da orso e tutto il resto e quelli a forma di fantasma sono fosforescenti!       
E questi sono i miei preferiti.



Un orso marsicano genovese a Torino

lunedì 1 ottobre 2012

Dopo un anno di assenza forzata, sabato, armata di focaccia, sono salita su un treno e mi sono fiondata a Torino per visitare Manualmente e, in particolare, le amiche di Cuore di Maglia.  Incontrare le amiche che incontro solo su internet, consegnare le scarpine e i minicardigan per i bambini, vedere finalmente daal vivo le matasse tinte a mano di Flipbrat (è il suo nick su Ravelry, non so quale sia il suo nome vero!), sono stati gli aspetti più positivi delle giornata. 
Mi ha fatto un grande piacere riabbracciare Laura, Cristiana e Filly, salutare Lorena, conoscere finalmente Anna, amica blogger e di facebook (con cui c'è stato uno sketch niente male a causa del fatto che probabilmente si aspettava che avessi sembianze molto più ursine ; ). La fiera invece non mi ha colpito particolarmente.

Quest'anno dominavano gli stand dedicati al cake design, cosa che, da orso, non riesco ad apprezzare molto (per me le torte non hanno bisogno di essere belle, ma devono essere buonissime, altrimenti le lascio lì). Non erano male gli stand dedicati al ricamo (ho fatto anche un piccolo acquisto) e al fimo/cernit (ho recuperato un mini set di tagliapasta, utilissimi per la mia mania dei bottoni in pasta polimerica), anche se in generale queste cose si trovano anche alla fiera Hobby & Fantasy che si tiene a Genova 2 volte l'anno.

Pessimismo e fastidio, invece, sul fronte della maglia: invasione di fettucce, pallocche (ancora!?!?!?), tulle, effetto volant e mistoacrilici, tutto all'insegna della velocità e della semplicità estrema di esecuzione. Sembra che nel mondo del tricot italiano non ci sia spazio, a livello degli operatori professionali, per l'approfondimento delle tecniche, per l'interesse alla diffusione del sapere artigianale che possono portare l'hobby della maglia a un altro livello. Ho avuto una bruttissima visione di signore più o meno giovani che compravano filati scintillanti (al buio, quando ti togli il golfino, certi lampi!) in colori apocalittici per realizzare regali natalizi in forme banali e incerte,  sgraditi a chi li riceverà e il mio umore è precipitato. Niente filati naturali, niente filatura o tintura a mano (a parte l'angolo di Flipbrat allo stand di CdM), tutto fastknit della malora.

Ho comunque fatto acquisti, li vedete nella foto qui sotto. Notate i colori delle matasse di alpaca tinte a mano, la foto con questa luce non gli rende giustizia, sono favolose. Potevo poi lasciare lì questo librino di ricamo tutto dedicato agli orsi?


Alle amiche Torinesi, Alessandrine ecc: vi aspetto a Genova per le trofie al pesto, mi raccomando!

Ed ecco i risultati

sabato 22 settembre 2012

Vi ricordate della pausa stash diving di qualche giorno fa?
Se non ve lo ricordate è tutto nel post precedente. Bene, la battaglia fra i filati è stata vinta da una bella matassa di Malabrigo Silky Merino, un misto lana e seta da libidine, in un colore violetto un po' disuniforme, quasi acquarellato (per via della tintura manuale).

Il risultato è un nuovo paio di guantini senza dita, che avevo in mente da mesi, realizzati con un punto a graticcio, un po' lunghi sui polsi e sagomati usando ferri di dimensioni diverse anzichè aumenti e diminuzioni. Non hanno ancora un nome, ma il pattern è pronto (in italiano) e cerca tester. Io li adoro, e voi? Cosa ne pensate?


Stash diving

mercoledì 12 settembre 2012

Mentre cerco di finire per tempo il nuovo cardigan, un Sunshine on my shoulders (se non ve lo ricordate è quello nella foto, indossato dal mio modello preferito) in versione femminile e, udite udite, senza cuciture!






Mi concedo una pausa di riflessione sui filati da utilizzare per i nuovi pattern che ho in mente, perciò mi vado a tuffare nelle ceste della lana: è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo...

Perché Teddy?

lunedì 3 settembre 2012

Quelli che noi chiamiamo orsetti o orsacchiotti di peluche in tutto il mondo anglosassone sono noti come Teddy Bear. Vi siete mai chiesti il motivo? Se lo avete fatto probabilmente siete dei fanatici degli orsi come me, e siete andati a consultare wikipedia e ora conoscete la ragione, se non avete ancora svelato il mistero, che vi piaccia o no, ve lo racconto io.

Nell'autunno del 1902, durante un viaggio diplomatico (si trattava di dirimere una questione di confine tra la Louisiana e il Mississippi), il presidente americano Theodore Roosevelt prese parte a una battuta di caccia all'orso. Purtroppo per lui (ma neanche un po' per noi!) non riuscì a fare centro e i suoi compagni di caccia, per rimediare, gli fecero trovare un giovane orso legato affinchè potesse sparargli e ottenere il suo trofeo. Il presidente si rifiutò di uccidere l'animale, privato della sua naturale capacità di difendersi con la fuga, e ordinò che fosse liberato.


L'aneddoto fu opportunamente diffuso e reso straordinariamente popolare dalle vignette di Clifford Berryman sul Washington Post e ispirò una coppia di commercianti, che decisero di confezionare due orsi di peluche per commemorare l'evento. Li chiamarono Teddy's bears, in onore del presidente e ne trassero un grande profitto, e così fece anche Roosevelt, che utilizzò l'immagine dell'orsetto come mascotte per la sua successiva e vittoriosa campagna elettorale del 1904.

C'è anche un'altra versione, molto più amara della storia. A essere legato per fare da trofeo al presidente rimasto a bocca asciutta non fu un orsetto, ma un vecchio orso già sfinito dall'inseguimeto da parte dei cani e la pietà di Teddy gli suggerì di farlo sopprimere subito, per evitargli ulteriori sofferenze, ma non lo fece lui stesso, perché ritenne che sarebbe stato un comportamento poco sportivo (invece inseguire con i fucili un animale disarmato è di una sportività...). Naturalmente fu la storia più rosea a filtrare, a influenzare l'opinione pubblica e a lasciare il nome di Teddy agli orsetti di pezza. Ironico, vero?

Ciò che non mi spiego è il motivo per cui sulla versione italiana di Wikipedia sia riportata solo la prima versione.

Più bear che knitting

venerdì 24 agosto 2012

La scelta del Canada come meta del nostro viaggio non è stata dettata dal caso o dalla voglia di esplorare. So che vi sembrerà strano, ma spesso cerchiamo di organizzare le vacanze in funzione della possibilità di osservare gli orsi, perché siamo fissati con questi animali, tutto qui.

Mi sono chiesta spesso il perché di questa passione. I cuccioli di questi animali sono irresistibili, sono fra i più teneri e graziosi che si possano immaginare (osservare questo piccolo che si metteva in salvo sotto lo sguardo attento di sua madre è stata un'esperienza coinvolgente), ma non può essere solo questo.

Orsi neri (Ursus americanus o baribal)


Nel corso degli anni ho letto diversi libri sugli orsi, di carattere zoologico, etologico, ma soprattutto dal punto di vista storico e antropologico, per capire meglio il loro ruolo nella mia vita e nella nostra storia.
Gli orsi sono sempre presenti nell'immaginario dell'uomo, dalle pitture rupestri degli uomini primitivi, ai miti legati agli astri (le due orse sono tra le costellazioni più riconoscibili e più riconosciute del nostro emisfero) della cultra greca ma non solo, alla cultura dei pellerossa, ma anche delle popolazioni del nord Europa.
Probabilmente la loro importanza è legata alle dimensioni. Un orso è un animale imponente (anche se ci sono eccezioni, come l'orso del sole o orso Malese, che viene detto anche orso cane, proprio per le sue misure contenute). L'orso polare può pesare dai 400 ai 900kg, mentre tra gli orsi bruni il più grosso è il Kodiak, che vive soprattutto in Alaska e ha un peso tra i 450 e i 500kg, segue il Grizzly con i suoi 200 - 350kg. Inoltre è un animale potenzialmente pericoloso, soprattutto se lo si infastidisce, ma una delle cose che ho potuto capire dai libri che ho letto (il più interessante è  L'orso di Michel Pastoureau, Einaudi), l'orso ci affascina e ci inquieta perché ci assomiglia. Innanzitutto è un plantigrado, cioè, come noi, appoggia tutta la pianta del piede quando cammina e guardate che piede!

Un orso nero scava tra le rocce in cerca di granchi o molluschi

Poi, a dispetto della fama di animale stupido e ridicolo che la cultura cristiana gli ha voluto affibbiare nel medioevo, per screditarlo e fargli perdere l'importanza che aveva nei culti pagani, l'orso è un essere intelligente e sensibile e guardarlo da vicino, nel suo ambiente naturale ti fa rendere conto della sua complessità e fragilità, oltre che della sua eleganza e bellezza.
A questo punto mi resta un'altra cosa da capire: ma come hanno potuto scegliere per il grizzly un nome scientifico come Ursus arctos horribilis! Guardate un po' quest'orsa (c'erano anche i due piccoli nelle vicinanze), stava mangiando erba, in uno scenario stupendo. Non è meravigliosa?





Tutte le foto in questo post sono state scattate da me sull'isola di Vancouver o sul continente nelle sue immediate vicinanze (agosto 2012).


Yarn shopping oltre oceano

sabato 18 agosto 2012

Riecco il vostro orso preferito (spero) di ritorno da orsolandia!

Sono stata in Canada, precisamente a Vancouver e Vancouver Island a caccia (fotografica) di orsi, di altri animali e, incidentalmente, di filati e ispirazioni lanose varie.

Avviso alle amiche chic (leggi Tibisay): questo è un post con immagini choc di orso spettinato in tenuta più che sportiva, siete avvisate. Il fatto è che, oltre a non essere un orso troppo attento al look, viaggio solo col bagaglio a mano e la mia fotocamera è molto ingombrante...

Il viaggio è stato breve, ma intenso e fruttuoso. Dal punto di vista delle lanadipendenti (ma anche delle orsodipendenti), il Canada è un paradiso. I negozi di filati sono grandi, fornitissimi, vari  e spuntano un po' ovunque. A Vancouver ne ho visitati due, il primo è un negozio dedicato all'artigianato tessile e alla tintura in particolare, ma offre anche una bella selezione di filati (soprattutto grezzi, da tingere) a prezzi non proprio popolari. Si chiama Maiwa e si trova su Granville Island, un quartiere di Vancouver molto particolare, con un mercato vivacissimo e molto colorato.
Il secondo negozio che ho visitato a Vancouver è Urban Yarns, consigliatomi dalla mia amica Karen, piuttosto grande e fornitissimo con filati locali e internazionali (avevano anche qualcosa di italiano...). Dal cesto delle offerte mi sono saltate addosso 4 matasse di Andes della Debbie Bliss, in due sfumature di acqua e turchese, colori che ultimamente mi ossessionano. Ed eccomi qui, sul luogo del delitto.

Non fate caso all'espressione sconvolta, fra jetlag e km fatti per trovarlo, ero in un'altra dimensione!
A Vancouver ci sono moltisismi altri negozi, ma il tempo era tiranno e la parte ursina del viaggio mi reclamava a gran voce. Ciò nonostante, sono riuscita a visitare anche due negozi su Vancouver Island, una grande isola che is trova a poca distanza (circa 2 ore di traghetto) da Vancouver, un paradiso per gli amanti della natura, con chilometri di strade in mezzo agli alberi, città che sanno di frontiera, spiagge deserte, ma anche i suoi bravi negozi di filati con tanto di stitch'n'bitch settimanali (a Genova con 600.000 abitanti no, eh, per carità, che magari ci prendo il vizio...).

Il primo che ho incontrato sulla mia strada è stato Mad about ewe, nella città portuale di Nanaimo: carino, con un nome che si diverte a giocare con le parole (per le amiche che non conoscono l'inglese, ewe si pronuncia come you= tu, ma significa pecora, perciò il suo significato è "pazzi per la pecora") e una bellissima insegna, ma una titolare non troppo cortese, che si è seccata un po' perché ho comprato solo degli aghi (che ci volete fare, il tempo e il bagaglio erano limitati).


Infine, Knits by the sea, un negozio di filati in una città piccolissima quanto graziosa, Tofino, popolata dai surfisti d'estate e dai pescatori di granchi (immagino, oltre che da orsi, foche e balene) per il resto dell'anno. Non sono entrata perché gli orari di apertura non combaciavano con il tempo lasciato a disposizione dalle escursioni naturalistiche e poi perché temevo la disapprovazione della proprietaria, fan dei tacchi a spillo, per il mio look ursino... come vi dicevo all'inizio, viaggio leggera! Ma eccomi qui, in compagnia dell'insegna, davvero notevole.


Negozi di filati a parte, si è trattato di un viaggio molto particolare, che mi ha suggerito idee, colori, immagini che spero di poter imprimere nei miei prossimi lavori.

Sferruzzamenti olimpici o ravellenici che dir si voglia

martedì 31 luglio 2012

In contemporanea con migliaia, ma che dico, con centinaia di migliaia di raveler in tutto il mondo, ho avviato anch'io il mio progetto ravellenico. Nella foto mi vedete mentre ci do dentro a bordo vasca (altro che Federica Pellegrini, che nel frattempo ha perso la sua finale, purtroppo! naturalmente senza offesa per i veri atleti...).



Cosa sto facendo? Un minicardigan da abbinare alle scarpine del post precedente, in lana, perché la vera passione non conosce stagioni e noi atleti ravellenici non siamo mica degli impostori, sudiamo e sbuffiamo e andiamo avanti nonostante il caldo.

Buona visione dei giochi e buon sferruzzamento a tutti!

E queste?

mercoledì 11 luglio 2012






Scarpine molto piccole, lunghe appena 5cm, ma anche un po' più grandi, con un cuore ricamato sopra... direi che non c'è bisogno di indizi. Ma se la curiosità vi attanaglia (posso immaginarlo...), presto ci saranno altri dettagli!

Haaaargggghhhh!!!

martedì 10 luglio 2012

Ho appena disfatto 10cm di top lavorato con i ferri da 3,00mm con un filato abbastanza noioso da lavorare, il Flora Paillettes della Sesia.

Perché? Perché sono un orso un po' imbecille e mi sono accorta solo adesso che avevo sui ferri un perfetto quanto involontario nastro di Moebius (@#!!!***** biiiiip).

Morale? Mai fidarsi troppo, controllare due volte che il capo che sto lavorando non sia attorcigliato su se stesso prima di unire in tondo e, soprattutto, prima di aver lavorato un filato difficile e rognoso per 10cm!

Dei test

sabato 23 giugno 2012

Scrivere schemi e istruzioni per il lavoro a maglia (e immagino anche per l'uncinetto) è un lavoro abbastanza difficile, che non si può prendere con troppa superficialità. La parte veramente leggera e divertente, per me, dura poche ore, il tempo di afferrare un'idea, disegnare uno schizzo, scegliere il filato. Il resto non è noioso, anzi, ma può essere impegnativo. C'è il piacere di realizzare il capo e di vederlo finito, ma ci sono molti calcoli, tentativi, errori, la seccatura di fare il campione, magari più volte per azzeccare la misura dei ferri, i tempi di attesa per lasciarlo asciugare e poi ci sono i test, che durano diverse settimane.

Far testare il progetto prima di pubblicarlo è fondamentale, perché le prime stesure dei pattern sono un concentrato di errori micidiale e perché non è detto che le istruzioni, che a noi sembrano chiarissime, risultino comprensibili a chi prova a realizzare il nostro modello. Inoltre l'opinione di altre knitter è importantissima perché spesso ci fornisce, oltre alla correzione di errori di calcolo, di battitura ecc, spunti per migliorare la comprensibilità del testo, lo stile in cui lo scriviamo, la grafica del file che andremo a presentare e molto altro. Per questa ragione ogni modello, a mio avviso, andrebbe fatto testare da più persone, una sicuramente non basta, ma per me il numero minimo è 3, quello ideale è 5 o 6. Numeri che raddoppiano, se vogliamo pubblicare il pattern in un'altra lingua, perché, se i calcoli e le misure si possono verificare con l'aiuto delle tester italiane, la versione inglese avrà bisogno di una verifica a sua volta (che riguarderà la grammatica, la sintassi, la chiarezza delle istruzioni, la correttezza delle abbreviazioni ecc).


Per reclutare tester, di solito, mi rivolgo al gruppo Made in Italiano (su Ravelry), dedicato ai modelli originali scritti nella nostra lingua, oppure al gruppo Free Pattern Testers (sempre su Ravelry), per fare i test in inglese. Nel primo caso il lavoro si svolge in modo più libero e anarchico, nel secondo è organizzato in modo preciso, con regole ferree e disciplina, scadenze e doveri. A me non piace troppo la disciplina, ma ho imparato ad apprezzare  i metodi del gruppo internazionale e la loro professionalità e consiglio a chi si sta avvicinando, come me, allo scrivere i propri pattern, di visitarlo e di farne uso.

Insomma, scrivere un pattern non è facile, scriverlo bene è difficile ed è il frutto del lavoro di molte persone, che vorrei ringraziare dal profondo del mio cuore ursino, perché offrono la loro esperienza o inesperienza (quest'ultima è altrettanto importante), sono curiose, intelligenti, disponibili, precise, competenti, rompiscatole a proposito, generose nei confronti di chi ha disegnato il modello, ma anche di chi lo andrà poi a scaricare per sferruzzarlo. Non faccio qui i loro nomi, perchè sono tantissime, potrei dimenticarmene qualcuna e perché ho l'abitudine di scrivere i loro nomi o nick name in fondo a ogni schema, fra i ringraziamenti, cosa che ritengo doverosa.

L'immagine proviene dal sito http://www.bearsoftheworld.net/sun_bears.asp


Per concludere (e qui consiglio a chi ama il web sdolcinato dei soli commenti positivi e delle faccine che sorridono sempre e a ogni costo, di smettere di leggere, perché ciò che sto per scrivere non vi piacerà), una pernacchia ursina a chi si offre di fare i test e poi sparisce senza dire una parola: non si fa così, a meno che non siate state colpite da un fulmine (e so che non è così, perché vi vedo scorrazzare libere e felici per le praterie della rete). Proporsi per testare un pattern non è obbligatorio, finire il test una volta iniziato neppure, ci mancherebbe, ma scrivere due righe per dire che avete cambiato idea, che il pattern è un casino e non vi ci raccapezzate o qualunque cosa vi venga in mente sarebbe più educato.

Un cappello a pois

giovedì 14 giugno 2012

In questi giorni non riesco a scrivere, ho troppo da fare. Devo cercare di finire il Summit che mi servirebbe per un matrimonio il 30 giugno (sarà dura), ho un sacco di pattern da scrivere e lo schema del mio nuovo cappello, disegnato per il progetto QuelloCheHo di Unfilodi, in test.

Si chiama Polka dot e l'ho realizzato con il filato Serena di Manos del Uruguay (ne sono bastati 30gr!), un misto baby alpaca e cotone pima molto interessante, con una gamma di colori che mi piace particolarmente. Il cappello nella foto è fatto con la sfumatura Deep Sea.


La parte inferiore del cappello è lavorata con un motivo a pois, che si diradano verso l'alto. Il bordo è ripreso in un secondo tempo per la chiusura con l'i-cord bind off. Spero che possa essere disponibile presto, su Ravelry e su Unfilodi.com!

Ancora maglia solidale

venerdì 1 giugno 2012

Riprendo il concetto espresso da un'illustre Lanista quasi Anonima, dal blog Try2knit: finchè ci sarà qualcuno disposto ad aiutare chi è in difficoltà (e in questi anni ce n'è e ce ne sarà bisogno, pare), c'è speranza per tutti, e poi, aggiungo io, dare una mano fa bene anche e soprattuto a chi la offre, quindi vi segnalo un po' di iniziative che vi faranno stare sicuramente meglio, in questo momento buio della nostra storia.

Cuore di Maglia, l'associazione arcinota che si occupa di bambini prematuri e non solo, organizza una raccolta per i bambini dell'Emilia colpita dal terremoto, seguite il link per avere tutti i dettagli.

Alice Twain ha lanciato un appello alle designer italiane, sempre per l'Emilia, se ne parla qui, nel gruppo Made in italiano su Ravelry: se scrivete pattern e vi va di partecipare, date un'occhiata alla discussione.

Lulù di Unfilodi, invece, ci invita a partecipare a un'importante progetto per fornire cappellini eleganti e stilosi alle pazienti che hanno perso i capelli a causa della chemioterapia. Si tratta di tradurre pattern stranieri, testare le traduzioni, creare nuovi schemi, per avere una libreria di modelli di chemo cap in italiano. I cappelli realizzati (prototipi e test knit) verranno donati a chi ne ha bisogno. Per conoscere i particolari, leggete questo articolo e i post del gruppo Ravelry QuelloCheHo, dedicato al progetto. I filati per i test saranno offerti da Unfilodi.

Una sfida e un regalo

venerdì 25 maggio 2012

Nelle scorse settimane ho lavorato a un piccolo progetto, un cardigan per una bimba che doveva nascere, e poi finalmente è nata (anche se un po' in ritardo) e anche bella grossina, tanto grossina che il golf che le avevo sferruzzato era un po' troppo piccolo. Dover rifare un maglioncino da neonato non è mai un problema, ci vogliono poche ore, ma questo inconveniente mi ha fatto venire un'idea: cosa fare con un cardigan troppo piccolo? Lo regaliamo a un bambino molto piccolo... cioè a Cuore di Maglia!

Pulcini


Pensando a questo mi è venuta in mente un'altra cosa: ho scritto il pattern, molto semplice, lineare, pensato per essere una ricetta da adattare a tutte le personalizzazioni possibili e da arricchire con l'uso della fantasia. Le taglie sono tre, per prematuri, per bimbi nati a termine eper bimbi fino a 3 mesi, ma è sufficiente usare un filato e dei ferri più grossi e allungare un po' la parte del corpo con qualche ferro extra per ottenere una taglia 3/6 mesi o 6/12 mesi. Non sarebbe bello farne tanti, tutti diversi in un KAL un po' anarchico, come piace a me, di design collettivo, in una non gara di creatività in cui vincono tutti, ma soprattutto dove vince la voglia di regalare un pensiero ai bambini che nascono troppo presto e alle loro famiglie?

in tre diverse taglie; la più grande ottenuta seguendo le indicazioni per la taglia neonato ma con filato aran e ferri 4,5mm (3 mesi)


Per questo vi regalo Pulcini, una ricetta semplicissima, non lo considero proprio un mio modello, perché è troppo semplice e lineare per essere ritenuto tale, ma una scorciatoia per creare il vostro baby cardigan aggiungendo i particolari (un bordo diverso, una ruche in fondo, un motivo lace o Fair Isle, una taschina, un'allacciatura alternativa, insomma, quello che vi pare). Il capo è lavorato in tondo, top down, con le maniche a raglan, senza cuciture, nella versione base è a punto legaccio con tre o quattro piccole asole per chiuderlo solo nella parte alta del davanti e i bordi sono fatti con l'i-cord bind off. Spero che vi possa essere utile e che vogliate realizzarne qualcuno da donare a Cuore di Maglia, che da anni si occupa di rifornire i reparti di terapia neonatale di molti ospedali italiani, ma non solo (una volta sono andate addirittura a colpire in Palestina). Il pattern è su Ravelry, si può scaricare gratuitamente dalla "bottega" del Collettivo Maglia 198.

Sarebbe divertente vedere i prodotti della vostra creatività, perciò spero che vogliate raccogliere il mio appello, altrimenti... niente, ma ci rimarrò un po' male e un orso di cattivo umore non è mai un bel vedere ; )

Un'ultima raccomadazione: prima di regalare o invare il cardigan a Cuore di Maglia è necessario lavarlo con poco sapone delicato, inoltre per questo modello è necessario utilizzare filati naturali, morbidi, senza pelo e di buona qualità, i bambini piccoli non hanno bisogno dello scrub!

Un grazie alle tester Lana-Luna e Isa1950, precise, velocissime e molto comprensive.

Una cosa divertente che non farò mai più

lunedì 21 maggio 2012

Mi scuso con i fan di Wallace per la citazione impropria (il titolo di questo post è anche il titolo di un libro di David Foster Wallace, se non lo conoscete e siete curiosi, il Grande Marziano ne parla diffusamente qui), ma è proprio così che posso riassumere i sentimenti che nutro nei confronti dell'ultimo progetto che ho terminato.

Ho realizzato due volte questa gonna, con due filati diversi. La seconda volta l'ho sferruzzata con ferri più piccoli e non ho avuto il coraggio di contare il numero di maglie contenute in ciascun giro dell'ultima sezione, ma vi assicuro che è enorme.
Cosa c'è di divertente in tutto questo? La gonna: divertente, spiritosa, un po' ironica e piacevole da portare. Se si gira vorticosamente su se stessi si può fare la ruota (ma se avete più di 14 anni vi sconsiglio di farlo in pubblico, la vostra reputazione potrebbe subire un tracollo improvviso). Vi assicuro che è molto divertente, anche solo pensare di poterlo fare mi fa sorridere.

Il modello è Tiered skirt di Lipp Holmfeld ed è disponibile gratuitamente (scusate, mi sono confusa, grazie Laura!) su Ravelry, ve lo consiglio, se volete avere sui ferri un progetto scacciapensieri da lavorare con calma quando l'ispirazione latita e la testa rifiuta di concentrarsi su un pattern lace intricato, quando non avete voglia di contare, quando vi va di guardare un film con le mani impegnate, ma non dovete aver fretta di finirla, perché è davvero lunga da fare.

Io non la farò mai più, ma adesso posso godermi la mia improbabile gonna a balze che, se voglio, fa la ruota.

Partecipare alle olimpiadi? Sì ma del gomitolo

mercoledì 9 maggio 2012

Non avete mai sognato di partecipare alle olimpiadi? Magari anche solo per assistere ai giochi, per respirare l'atmosfera, per l'idea di una leale competizione, per l'autentico spirito di Olimpia, che faceva interrompere le guerre dei Greci? No?



Vabbe', fa lo stesso. Io sì e vi propongo di farlo adesso: se sapete lavorare a maglia o all'uncinetto, iscrivetevi al Team Laniste Quasi Anonime (su Ravelry, se non lo avete ancora fatto, iscrivetevi anche a Ravelry, per Diana!), stiamo formano la squadra per partecipare alle Ravelympics in contemporanea con London 2012, siamo già in tante e vi aspettiamo. Si tratta di iniziare i progetti per la competzione prescelta (trovate la lista nella discussione del gruppo al link di sopra) in contemporanea con l'inizio della cerimonia di apertura dei giochi.

La squadra ha anche un logo, proposto e disegnato da Ciami di Try2knit, lo potete ammirare qui. A questo punto non potete tirarvi indietro ; )

appello ursino

sabato 14 aprile 2012



Makoon è un orsetto piccolissimo, che è stato trovato solo per strada da una famiglia canadese. Il governo del Manitoba ha deciso di liberarlo in giugno, ma questa è una pessima soluzione, perché allora sarà ancora troppo piccolo per avere la possibilità di sopravvivere. L'associazione Bear with us è disposta a prendersi cura dell'orso e a liberarlo nei boschi da cui proviene nel luglio del 2013, quando avrà 18 mesi e sarà in grado di occuparsi di se stesso. Mi date una mano a scatenare una pioggia di email per far sapere alle istituzioni del Manitoba che a molte persone interessa del suo futuro?

Bastano pochi secondi per inviare un'email al premier della provincia di Manitoba in Canada. Il testo è qui sotto e basta copiarlo e incollarlo in un messaggio di posta elettronica da firmare col proprio nome.

To the Premier of Manitoba Canada
April 13, 2012
Regarding Makoon the black bear cub.

Mr Premier,

We ask you to do the right thing regarding this five pound bear cub. Your government plans to return Makoon to the wild this coming June at a very young age of 5 to 6 months. Releasing Makoon this summer is a mistake if your government actually wants Makoon to have a chance at survival in the wild. Black bear cubs stay with their mother for 18 to 19 months for very good reason. Bears are very intelligent. They have the ability to perform basic reason and abstract thought. Bear cubs learn what to eat and when to eat it by following the mother bear for the first 18 months or so of their lives. Expert bear cub rehabilitators return orphan cubs to the wild at the age of 18 months for very good reason. The cubs need to have have eaten wild sourced foods so they know what foods to source out when returned to the wild. By releasing the bear cubs at the age of 18 months with the right protocol throughout the rehab process it is unlikely the bear will cause conflict with people post release. Makoon should be sent to a bear cub rehabilitation centre ASAP so he can be returned to the wild at the correct age with a real chance at survival. We understand Manitoba does not have a bear rehab facility. There are several reputable bear rehab centres in the country. One is Bear With Us:( www.bearwithus.org ) in Ontario. Bear With Us has offered to take Makoon, care for him and return him to the wilds of Manitoba July of 2013. Please do the right thing for this bear cub

signed,
 


L'indirizzo lo trovate qui: http://www.gov.mb.ca/minister/premier/index.html

Grazie!

Non sono tornata in letargo

martedì 10 aprile 2012

Anche se le temperature me ne farebbero venire voglia, non sono tornata in letargo. Ho solo poco tempo e poca concentrazione per trovare cose da scrivere, ma sto sferruzzando un sacco di nuovi progetti, che spero di potervi proporre a breve (uno a brevissimo).
Nel frattempo, però, voglio fare coming out: dopo più di 20 anni di lavoro a maglia (non conto gli anni dell'infanzia e della prima adolescenza, quando ci provavo, ma senza troppa convinzione) ho imparato il kitchener stitch e volevo condividere questa gioia con voi. Per la prima volta ho eseguito una cucitura con questo metodo, dal'inizio alla fine, senza guardare le istruzioni a ogni punto.

Seguono rugli di giubilo ursino.

l'immagine viene da qui: http://tlc.howstuffworks.com/home/knitting-instructions12.htm



E voi che raporto avete con questa tecnica?

Knitting mojo, dove sei?

giovedì 15 marzo 2012

Ogni tanto deve capitare: perdo la concentrazione e l'immaginazione e m'incarto su un progetto. Magari perché mi costringo a lavorare un filato che non mi è troppo congeniale (per esempio tutti i filati estivi) o perché non riesco a superare un'indecisione. Insomma è crisi nera, sindrome da foglio bianco, vuoto fra le tempie.
Cosa faccio in questi casi? A parte girare in tondo e rugliare furiosamente, metto sui ferri un progetto per cui devo seguire un pattern altrui (le occasioni non mi mancano) e un progetto totalmente a prova d'idiota, per occupare in maniera utile questi momenti di smarrimento, in attesa dell'illuminazione.

Levenwick (by Gudrun Johnston)


I progetti salva orso di questo periodo sono stati il Levenwick (di Gudrun Johnston), che ho realizzato con la Madelinetosh 80/10/10 nel colore rosewood e che si sta bloccando in questo momento e di cui vi parlerò prossimamente qui o sul blog del collettivo mag(l)ia 198 e la Tiered skirt (di Lipp Holmfeld), un progetto molto semplice e rilassante, che avevo già realizzato per un'amica, in un filato molto particolare, Blue Heron rayon metallic, nella tonalità Polar Bear (potevo non apprezzarlo?).

Tiered skirt (by Lipp Holmfeld)
In attesa che l'ispirazione torni nella tana dell'orso, vi saluto con un ruglio particolarmente spaventoso e con un abbraccio ursino.

A fare la calza

mercoledì 29 febbraio 2012

Questa è una notizia vecchia, ci ho dovuto pensare un po', prima di scriverci sopra. Ero indecisa perché da un po' di tempo cerco di occuparmi solo di maglia o quasi, su queste pagine e, in questo caso, il rischio di sconfinare nella politica è forte, però lo faccio lo stesso.

Un paio di settimane fa a Genova ci sono state le primarie del centro sinistra, in previsione dell'elezione del sindaco. Non voglio commentare il risultato, né le ragioni della sconfitta del partito principale della coalizione, nè le reazioni scoposte del sindaco uscente su twitter, ma questo articolo del Secolo XIX

Non si legge bene, ma non serve, è sufficiente arrivare alla prima riga sotto il titolo. Cosa diavolo c'entra la calza? Ogni volta che una donna nota usa questo modo di dire per ribadire il proprio stato di femmina emancipata mi prudono gli artigli. Perché non parlano di guardare la tv, o di fare i cruciverba?

Fare la maglia è un'occupazione attiva e creativa e io mi ritirerei volentieri a fare la calza, signora sindaco. Saper lavorare ai ferri è un pregio, è un'abilità, non l'espressione di una condizione di inferiorità né qualcosa che si fa in mancanza di occupazioni migliori.

Avevo pensato di mandarle un gomitolo a Palazzo Tursi, come gesto simbolico, e di invitare le amiche a fare altrettanto, ma poi ho considerato che sarebbe stato un inutile spreco di filati e che non avrebbe capito.

Un givaway dell'altro mondo...

giovedì 16 febbraio 2012

Oggi il blog del Grande Marziano compie due anni e con questo post vorrei fare gli auguri al nostro amico alieno e invitarvi a fare altrettanto, lasciandogli un commento sulla sua pagina. Il blog del Grande Marziano non parla di maglia (anche se una volta ci fu un bellissimo post dedicato alla nostra attività preferita), ma di attualità, scienza, politica, letteratura e lo fa bene, secondo me.

Ora, a parte la stima e l'affetto per l'omino dalle antenne, perché gli faccio tanta pubblicità? Ma perché ho un ruolo da coprotagonista in questa storia del givaway: sono lo SPONSOR! Incredibile vero? Fra chi commenterà il post di compleblog del Marziano verrà estratto un autentico Marziano (miniaturizzato) realizzato nientepopodimenoche dall'orsa che vi sta parlando, con queste sue zampette pelose. E vi dirò di più, i Marziani sono due: uno destinato ai commentatori del blog e uno per quelli della pagina facebook.  Le possibilità di aggiudicarsi questo straordinario manufatto sono due...

Siete ancora qui?

Tanti auguri Grande Marziano!

Sabato alternativo

lunedì 13 febbraio 2012

Sabato scorso ho fatto un'esperienza diversa: fare la maglia in compagnia. So che a molte di voi sembrerà una banalità colossale, ma per me è stata una cosa totalmente nuova e per certi aspetti stranissima. L'occasione era il workshop di Donna Lynne Galletta "55 anni con Elizabeth Zimmermann", in collaborazione con Unfilodi.

Devo ammettre che sulle prime, la mia natura ursina stava avendo il sopravvento e tutta quella allegria caotica e un po' anarchica mi facevano sentire fuori posto, poi ho iniziato ad associare i volti ai nick di Ravelry e ad apprezzare il valore della compagnia di tante persone con la stessa passione per ferri e gomitoli.

La Knit-house è un posto incredibile, una specie di Shangri La delle laniste, e l'accoglienza è amichevole e l'ospitalità magnifica, sul serio.

Il racconto di Donna (ascoltarla è un piacere) e la scelta del Horizontal brimmed hat di EZ, mi hanno dato nuovi spunti, a coronamento di una giornata molto positiva. L'unica nota stonata: il cappello è venuto un po' grande, dovrò disfarne una parte, per adattarlo meglio alla mia capoccia ursina, che è grossa, sì, ma fino a un certo punto...



In compenso ho acquistato 2 matasse di malabrigo silky merino, così finalmente potrò sperimentare questo filato così popolare. In genere preferisco i filati più secchi e ruvidi, ma questo punto di violetto mi ha affascinato... che vi devo dire!

A chi c'era e passerà a leggere queste righe: grazie per la bellissima giornata, conoscervi è stato un vero piacere!



O sferruzzo o scrivo

lunedì 6 febbraio 2012

Più lavoro a maglia e meno tempo ho per aggiornare il blog, e dire che avrei grandi piani per lui. Nelle ultime settimane ho avuto le mani molto impegnate, e la massa di gomitoli che si aspettano di essere lavorati nelle prossime comincia ad essere preoccupante, quasi critica. Per fortuna, oltre ai chilometri di filati da lavorare, comincio a intravedere qualche risultato. Ho finito un maglione da uomo che per ora deve rimanere misterioso, perché fa parte di un progetto a lunga scadenza, ho realizzato alcuni lavori su commissione e sto per stupirvi con effetti speciali con la pubblicazione del famoso cardigan Sunshine on my shoulders, per collettivo mag(l)ia 198. L'elaborazione delle taglie (sono 5) e i test in italiano e in inglese hanno richiesto moltissimo tempo, ma ci siamo quasi. Quest'orso non merita forse una pacca sulla spalla?


E poi bisogna pensare al futuro, e questo per me ora significa progetti per il prossimo inverno, perché lavorare top e canottierine di cotone con la neve sul balcone e il termometro sempre sotto zero non esiste!

Are you going to Scarborough Fair

mercoledì 18 gennaio 2012

Dopo aver festeggiato il Natale, il capodanno e il compleblog, è tempo di tornare al lavoro e l'orso non si tira indietro, anzi, vi presenta due nuovi schemi, per un set femminile ma non lezioso, adatto ai giorni meno freddi dell'inverno. Come al solito ho voluto scegliere un titolo musicale, ispirato a una ballata tradizionale inglese, resa famosa dalla suggestiva versione di Simon e Garfunkel.

Foto di Gerta Heqimi (completo grigio) e Letizia Prella (set viola)


Il pattern per realizzare lo scaldacollo è gratuito, quello per i guanti è in vendita, entrambi su Ravelry.
Per i dettagli e i link, vi spedisco, ehm , vi invito a fare una visita al Collettivo Maglia 198 ; )

And the winner is...

sabato 14 gennaio 2012






Come potete vedere nell'immagine, tratta dal sito di lottomatica, il numero vincente è il 15.
Perciò la fortunata che si aggiudica i segnamaglie è:

altro squillo di trombe con rullo di canguri (Zio Scriba, mi sa che ho incasinato la citazione)
 


EKELOA!!!

Un grazie a tutti voi che avete partecipato, dimostrandomi il vostro affetto. Tutta la faccenda è stata molto divertente e anche un po' sorprendente, non mi aspettavo tanto entusiasmo, nè tutta la stima che ho letto nei vostri messaggi.

Vi saluto con un abbraccio ursino e vi do appuntamento ai prossimi post, spero con qualche bella novità.



Il destino nell'urna

Non c'entra la canzone di Elio, non vi preoccupate, mi riferivo a un altro tipo di urna, quella raffigurata nell'immagine.


Sto cercando di fare tutto per bene, perché mi piace cercare di essere corretta, perciò ho deciso di cambiare il metodo di estrazione. Il generatore casuale di numeri potrebbe essere taroccato, io non lo farei mai e il premio è talmente simbolico che non ne varrebbe neanche la pena, ma ho pensato che il metodo migliore potrebbe essere quello di fare riferimento alle estrazioni del lotto: quelle non le posso controllare in nessun modo. Perciò la vincitrice o il vincitore sarà decretata/o dal primo numero estratto questa sera (sabato 14 gennaio) sulla ruota di Genova (sede ufficiale della tana dell'orso) compreso tra 1 e 65. Se il primo numero sarà superiore a 65 si passerà al secondo e così via, fino a trovarne uno minore o uguale a 65. Se nessun numero sulla ruota di Genova dovesse essere compreso tra 1 e 65, si passerà alla successiva ruota di Milano.

Ecco l'elenco dei partecipanti con relativo numero, assegnato in base all'ordine di comparizione nella lista dei commenti (se mi sono sbagliata e ho cambiato l'ordine a qualcuno, fa lo stesso, fa fede l'elenco scritto qui):

1 Lisa
2 airali
3 Natascia
4 Paola
5 Pink Angel
6 maridr85
7 Rozzie
8 Daniela
9 pamela w allen
10 Anna
11 Donna Lynne
12 reby
13 Piukina
14 Maria Grazia
15 Ekeloa
16 Lebi
17 Valentina Liebe
18 Claudia
19 Emanuela
20 japhy72
21 daniela
22 PJ
23 Zio Scriba
24 Sally
25 Giusy
26 lauravalzy
27 evaowl
28 Silvia
29 Rossella
30 gis
31 Sonia
32 Il grande marziano
33 bunnicola
34 Tibisay
35 Barbara
36 Carmen
37 Michela
38 Silvyfrancy
39 Valeria
40 serenely
41 Alessia
42 Un mare di fantasia
43 Lucie Q Ewen
44 diamanterosa
45 trasparelena
46 Lana cotta
47 Iraisa
48 Ladyturtle
49 Patrizia
50 cristiane
51 Mamma F
52 Laura
53 Francescachanel
54 Teriluce
55 Fra
56 ariarossa
57 Babi
58 Alessandra
59 Paola (mmamma di Ravelry)
60 Francesca (di paleo cucina)
61 latosca
62 madebykate
63 Elena (di Ellenfy)
64 maria teresa
65 letizia

Chi si aggiudicherà l'ambito trofeo verrà contattata/o personalmente dall'orso medesimo, nel caso non sia possibile farlo (perché non ha un profilo da cui raggiungerla/o o non ha indicato un indirizzo nel post) spero che  venga a controllare il prossimo post con la proclamazione del numero vincente e si faccia viva/o. Se ciò non dovesse accadere, a una settimana da oggi (sabato 21 gennaio) assegnerò il premio al secondo numero valido in base ai criteri esposti prima, sempre nell'estrazione di oggi.

A stasera!



Tre anni

mercoledì 11 gennaio 2012

Oggi il blog dell'orso festeggia il suo terzo compleanno, squillo di trombe, rullo di tamburi, prego.

Per festeggiare, voglio fare un piccolo regalo da estrarre a sorte fra chi passerà a farmi gli auguri. Non c'è bisogno che facciate pubblicità, a meno che non lo vogliate, perciò sarà un giveaway un po' anarchico, senza regole particolari, se non quelle dettate dalla correttezza:

fra chi mi lascerà un messaggio d'auguri qui sotto entro la mezzanotte del 13 gennaio, estrarrò a sorte un nominativo che si aggiudicherà,  un set di segnamaglie a forma di gomitoli, direttamente dalla tana dell'orso (da non perdere!). Se a vincere fosse una lettrice o un lettore non sferruzzante, il premio potrà essere commutato in un pupazzetto sferruzzato dall'orso medesimo.

Aggiungi didascalia


L'estrazione avverrà il 14 gennaio, grazie a un generatore casuale di numeri.


Niente buoni propositi

mercoledì 4 gennaio 2012

Ogni inizio anno finora ho sempre fatto liste di buoni propositi, fare sport, andare più spesso dalla parrucchiera (ho la pelliccia ribelle), sferruzzare almeno un certo numero di progetti, realizzare per tempo tutti i regali per il prossimo natale ecc. Poi non c'è volta che rispetti la tabella di marcia.

Quest'anno non ne voglio fare, a fine 2012 compirò quarant'anni e ho tutta l'intenzione di iniziare a divertirmi e a rilassarmi un po', quindi farò solo quello che mi andrà di fare, senza fare troppi progetti e senza pormi obiettivi particolari. I piani laniferi esistono, per carità, ma non saranno dichiarati per nessuna ragione, spero solo di riuscire a fare più che potrò!

Buon 2012 a tutti i lettori della tana dell'orso!