Sta per finire un anno molto intenso, abbiamo lavorato tanto e abbiamo raccolto non poche soddisfazioni le mie amiche ed io. Penso di avere imparato un bel po' di cose, anche se non quante avrei voluto, ma c'è sempre l'anno prossimo per provare a rimediare e, Maya permettendo, anche quelli a venire.

Hermione's figerless gloves ©AKnittingBear


Perciò, nel rispetto di tutte le confessioni e di chi non appartiene a nessuna, auguro a tutti i lettori abituali della tana dell'orso e a chi dovesse trovarsi a passare di qui, feste tranquille e tanta voglia di imparare cose nuove nel prossimo anno.

Caldo Natale

mercoledì 14 dicembre 2011

Quest'anno fa troppo caldo, non si riesce nemmeno ad andare in letargo come si deve, e l'atmosfera natalizia va a farsi benedire. Di solito amo dicembre, diciamo pure che è il mio mese preferito, perché è il mese in cui sono nata e perché arriva il freddo, ma quest'anno la deluzione è massima: qui dalle mie parti di giorno ci sono almeno 12 gradi e non è necessario coprirsi troppo o indossare sciarpe e guanti. Per questo motivo non riesco a calarmi nella frenesia felice dei preparativi per le feste con il mio solito entusiasmo.

Per ora, sperando in un repentino e consistente calo delle temperature, vi presento il mio Orso Natale, il secondo pattern natalizio (e gratuito) di collettivo mag(l)ia 198. Lo schema è gratuito, ma, come ho già scritto su Ravelry e nel post di presentazione, chi volesse fare una donazione anche simbolica all'associazione Bear With Us, che si occupa di recuperare orsi feriti, abusati o rimasti orfani e, quando possibile, di reinserirli nel loro ambiente naturale, mi renderebbe un orso molto più felice... e natalizio!

© collettivo maglia 198 
Ravelry download
Restate sintonizzate, perché le sorprese non sono ancora finite.

Lavori in c...orso

giovedì 8 dicembre 2011

Anche se potrebbe sembrare così, non sono ancora andata in letargo, anzi. Le temperature fastidiosamente alte di questo inverno fasullo suggeriscono operosità e mi sto dando da fare. Questo è l'ultimo lavoro: Guinevere evening cardigan (7,00 $ su Ravelry), di Julie Turjoman. Un modello di linea svasata con maniche a tre quarti, molto grazioso, anche se di costruzione tradizionale, lavorato in piano e cucito. Le caratteristiche salienti sono il corpetto lavorato con un punto simile alla grana di riso, ma sfalsato, la chiusura parziale con automatici e il bordo dello scollo smerlato, lavorato ai ferri e non con l'uncinetto come potrebbe sembrare a prima vista. Ecco la mia versione:

Guinevere evening cardigan in Sundara yarn aran silky merino

Il filato che ho usato è molto morbido, lucido e lussuoso (non troppo il mio genere, a dire il vero) e lavorato con un ferro da 4,5mm restituisce un tessuto che cade molto bene.

In questi giorni sto lavorando anche a una serie di nuovi pattern che usciranno, il primo già domani, su Collettivo Mag(l)ia198. Per non farmi mancare nulla sto seguendo anche i test per il famoso cardigan da uomo in più taglie. Non me lo sono dimenticato, è solo un lavoro molto lungo, che non si può fare in fretta e furia e poi ci saranno altre sorprese, ma si avvicina il Natale e un po' di sana attesa non guasta.

Alcuni link utili per limitare i rifiuti

martedì 22 novembre 2011



Il sito della settimana europea per la riduzione dei rifiuti con notizie e link utili

Ecopannoli, il negozio online di pannolini lavabili, che ci ricorda che in tre anni un bambino consuma circa 4500 pannolini, una quantità di rifiuti incredibile.


Meluna e LadyCup, due delle coppette mestruali in commercio.

Carta da forno riutilizzabile

Rostiera a vapore in silicone per evitare di sprecare l'alluminio nelle cotture al cartoccio

Ioricreo, il sito degli artisti genovesi (piccolo moto di orgoglio ; ) del riciclo creativo. Consiglio la visita perché ci sono infiniti spunti per realizzare oggetti belli e utili riducendo i rifiuti (e risparmiando, siamo sempre genovesi!)

Un consiglio banale, ma non troppo: cerchiamo di scegliere i prodotti meno imballati, possibilmente sfusi e beviamo l'acqua del rubinetto.


e uno: l'interno dei rotoli di carta igienica

Ravanando su google ho scoperto che una delle cose più facili da riciclare per realizzare piccoli (ma non solo) progetti creativi è il tubo di cartone che si trova all'interno dei rotoli di carta igienica.
Il primo progetto che ho trovato è la scatolina per gioielli (o altre piccolezze) che si può realizzare appiattendo il tubo di cartone e sagomando e ripiegando opportunamente i bordi superiori e inferiori.


Risulta molto carino sia al naturale (ma è necessario che il destinatario del regalo abbia un certo senso dell'umorismo) sia decorato con carta da regalo (riciclata, mi raccomando) o di giornale (che mi ripeto a fare?) applicata con un velo di colla. Qui trovate quelle fatte da Alessia scrap and craft, a forma di gufo.

Un'altra idea molto raffinata, e interessante in questo periodo di avvicinamento alle festività, è questa ghirlanda. A proporla è il blog See you there!, ricco di idee da realizzare con la carta.


Un'altro esempio creativo è quello proposto dal blog un'idea nelle mani, le maschere realizzate con i tubi da Junior Fritz Jacquet

 


Per noi knitter poi c'è un altro uso molto intelligente dell'interno dei rotoli da cucina (io preferisco quelli un po' più duri, tipo quelli dell'alluminio): utilizzarli per gomitolare le matasse realizzando ottimi gomitoli center pull. Ecco il tutorial di laughing purple goldfish.

A questo proposito vorrei sgnalarvi anche il fatto che si stanno diffondendo sempre di più le alternative all'uso di prodotti usa e getta come pellicola, carta da forno e alluminio o sacchetti per il freezer. Costano un po' di più inizialmente, ma il risparmio nel tempo, sia in termini economici, che di rifiuti prodotti potrebbe essere notevole.

Una nuova avventura

martedì 15 novembre 2011

La scorsa primavera, con l'occasione di provare a collaborare per un'azienda produttrice di filati, ho conosciuto Natascia. Fu lei a invitarmi a Biella, a farmi visitare l'antico maglificio di Miagliano, a propormi di lavorare insieme a un progetto ambizioso e diverso. Di quel progetto ora non rimane più molto, ma la stima reciproca e il fatto di aver lavorato insieme trovandoci a meraviglia, l'aver conosciuto anche le altre compagne d'avventura di Natascia, Letizia e Sonia, hanno fatto nascere un altro progetto: lavorare insieme, provare a fare qualcosa di veramente bello con la passione che condividiamo per il lavoro artigianale e per i filati.

Sono giorni di decine di email, di complicità, di condivisione e di entusiasmo (che raramente mi è capitato di provare a questi livelli), perché sta per aprire al pubblico il nostro nuovo blog comune:
collettivo maglia 198 (con una "l" aggiunta dopo, non per un errore, ma perché la maglia è anche magia, a modo suo).

visita il blog


Vi troverete i nostri pattern, interviste, tutorial fotografici, recensioni, contributi esterni e chissà che altro (è ancora e sarà sempre tempo di immaginare e inventare), ma soprattutto noi ci metteremo tutto il nostro impegno e la nostra filosofia: lavoro di squadra e attenzione alla qualità. Lavoreremo insieme a tutti i modelli perché ogni pattern sia curato il più possibile, corretto, tradotto in più lingue e impaginato come si deve, fotografato ancora meglio e perché lavorare insieme è dannatamente più divertente.

Spero che vogliate continuare a leggermi, sia qui, nella tana dell'orso, sia sul nostro nuovo blog.

La settimana europea per la riduzione dei rifiuti

venerdì 11 novembre 2011

Passeggiando tra i blog di amici e conoscenti (precisamente attraverso quello di  dani), ho scoperto questa interessante iniziativa di lineecurve. Diffondo volentieri la notizia, perché sono stufa di camminare in mezzo alla rumenta e di vedere come vengano buttati oggetti, vestiti elettrodomestici ancora utilizzabili. Lo spazio a nostra disposizione non è infinito, prima o poi soffocheremo nella spazzatura, allora, prima che sia troppo tardi, proviamo a recuperare qualcosa invece di gettarlo nella pattumiera.

Lo so che non può essere la soluzione a tutti i problemi, ma sarebbe comunque un inizio e se tutti recuperassimo qualcosa, in questa settimana e in quelle future forse ci sarebbero centinaia di chili di rifiuti in meno in giro.

Personalmente, mi impegno a condividere durante la settimana incriminata (dal 19 al 27 novembre) un mio progetto di riciclo e a segnalarvi tutti quelli altrui che troverò nella blogosfera nostrana. se avete un progetto che implichi il riutilizzo di un potenziale rifiuto o se conoscete qualcuno che ne ha, parlatene sul vostro blog.
Parliamone, facciamone parlare.

Un corso speciale e una novità

mercoledì 2 novembre 2011

Oggi voglio dedicare uno spazio al corso che Donna, autrice del blog Knit victim , terrà fra qualche settimana a Lucca. Secondo me merita un post perché la sua idea di approcciare le tecniche e i modelli di Elizabeth Zimmermann  (autrice fondamentale per lo sviluppo del lavoro a maglia e per la diffusione dei metodi oggi più utilizzati) in modo filologico è originale e interessante.  Qui sotto riporto parte del testo del suo post in cui illustra tutti i dettagli (per leggere tutto, cliccate su "continua a leggere", in fondo). Un'altra importante novità è la possibilità di seguire il corso online per chi non può proprio andare a Lucca (cosa che però vi consiglierei caldamente, perché si tratta di una città incantevole e molto accogliente). Anche in questo, Donna si dimostra una vera e propria pioniera.

Il workshop si terrà a Lu.C.C.A. - Center of Contemporary Art che ha sede all'interno del cinquecentesco Palazzo Boccella nel centro di Lucca.
L'appuntamento è per Domenica, 20 novembre, alle ore 10

Prenderemo un caffè nella caffetteria di Lu.C.C.A e poi visiteremo insieme la mostra "Carte Rivelatrici. I tesori nascosti della Collezione Peggy Guggenheim".

Continua a leggere...

Nuovi pattern

venerdì 28 ottobre 2011

In questi giorni, oltre al moderato ottimismo per il mio primo esperimento di capo multitaglia, ho avuto due soddisfazioni: la prima è l'uscita del libro 23 progetti di maglia e uncinetto per la ricerca contro il cancro, che ora è qui, in mio possesso (finalmente!). Il libro, che è stato recensito ottimamente anche sul blog di United Colors Of Benetton, è acquistabile online in formato cartaceo o digitale (basta seguire i link). Secondo me sarebbe un'ottima idea regalo per Natale...

La seconda soddisfazione riguarda invece l'uscita dei miei primi due pattern a pagamento per Biella The Wool Company.
Si tratta di uno scialle crescent, Diamante e di una borsa copriboule a forma di pecora biellese.

Diamante
 
Ornella, la pecora di Biella

Il sito propone una collezione di filati nuovi e una serie di pattern creati appositamente da Natascia Sartini, Letizia Prella, Emma Fassio e da me.




Come nasce un nuovo modello nella tana dell'orso 3: esperimenti sulle taglie

giovedì 27 ottobre 2011

Elaborare diverse taglie per un nuovo modello, per me, è la cosa più difficile in assoluto. In queste settimane sono stata impegnata con il cardigan Sunshine on my shoulders, che vorrei riuscire a pubblicare in 5 taglie e, come promesso, vi fornirò un riassunto di quest'esperienza, riferendo dei problemi che ho incontrato e delle risorse di cui mi sono servita per riuscire nell'impresa.

Come dice Jenna Wilson in Multisize me (un articolo comparso su Knitty Spring 2008, che vi consiglio di leggere), disegnare un modello in più taglie è in gran parte una questione di aritmetica e di note, prese con cura mentre si realizza il prototipo nella taglia che ci interessa.  Bisogna anche farsi un'idea delle misure delle altre taglie in cui vogliamo scrivere lo schema. Per fortuna, anche se non esiste una vera e propria bibbia delle misure standard, ci sono alcune tabelle consultabili online (quella di Ysolda, per esempio, o quelle a cui rimanda questa pagina del Craft Yarn Council of America). In queste pagine si trovano le misure chiave da tenere in considerazione quando si progetta un capo e le differenze tra una taglia e le altre.
Un altro concetto base che vi si può trovare è quello di ease, che io tradurrei con vestibilità (naturalmente, se qualcuno ha un termine migliore, accetto volentieri suggerimenti). Si tratta di decidere come vestirà il capo che andiamo a progettare: stretto, aderente, normale, comodo, abbondante.
Morale, mi ci sono un po' persa, ma ce la sto facendo, e presto inizierò la fase dei test.

differenza fra taglia L e XL
Il motivo del mio sconforto iniziale è stato il campione. Ne ho fatti diversi, per individuare il ferro migliore da usare con il filato scelto, poi, una volta scelti i ferri ne ho fatti diversi per vedere che corrispondessero fra loro (non volevo sorprese una volta passata a lavorare su un numero maggiore di maglie), ma non c'è stato verso: i campioni coincidevano, ma un volta finito il dietro non tornava niente, possibile? Per fortuna, una volta bloccato il capo le misure tornavano al loro posto. (Continua...)

Critica costruttiva? Sì, grazie

domenica 16 ottobre 2011

Avviso ai naviganti: questo post potrebbe non piacervi, entrate a vostro rischio!

Il mondo delle appassionate di maglia e di uncinetto in rete, ma forse è vero per altri ambiti creativi, in Italia, ma anche all'estero è caratterizzato da un grande fair play, almeno in superficie. Spesso mi trovo a pensare che i blog, Ravelry, facebook siano carenti di un ingrediente fondamentale per la crescita di ognuno di noi, come blogger, come artigiani, come designer, come maglisti o magliai che dir si voglia (c'è qualcuno che riesce a colmare questa mia incredibile lacuna? Non c'è verso che riesca a ricordarmi la differenza ; ): la critica costruttiva.

Sono io ad avere questa impressione oppure è vero che non c'è mai verso di sentirsi rivolgere un commento negativo, magari educato e gentile (non c'è bisogno di fare gli str...) su un progetto, su un post, su un pattern?

Con questo l'orso approva pubblicamente i commenti negativi sui propri lavori, nei limiti della decenza ; )

Non post ursino, più che altro Marziano

venerdì 14 ottobre 2011

Questo è un non post: vi rimando a un post del Grande Marziano sulla storia dell'orsetta Hope, uccisa a due anni per sport. Più sotto riporto il commento che gli ho lasciato.

Vaghe stelle della speranza morta ammazzata

Un bastardo ha ucciso un orso. Anzi, un'orsa per la verità. È accaduto la sera del 16 settembre scorso, in un bosco del Minnesota, terra aspra di plantigradi e cacciatori, dove la caccia all'orso è legale per lo meno in alcune settimane dell'anno. Un farabutto ha ucciso un'orsa... continua a leggere

"Per me è molto difficile non scadere nella retorica o nelle maledizioni (le più colorite) quando si parla di questo argomento. Per questo motivo non ho scritto niente sull'uccisione di Hope nel mio spazio. Lascio il mio pensiero qui da te, consapevole che possa non essere condiviso da molti.
Io non sopporto che vengano uccisi gli animali, fatico a reprimere la voglia di piangere quando supero i camion carichi di bestiame in autostrada e distolgo lo sguardo per non vederli. Non mangio carne perché non posso sentirmi sulle spalle il peso di tutto quel dolore.
Non sono buona, quando si verificano incidenti di caccia e lo vengo a sapere, gioisco, perché c'è stata un po' giustizia e penso che chi riesce a macellare gli animali (almeno dove ci sarebbero alternative, non certo fra gli Inuit...) sia un essere cattivo o inferiore.
Grazie per la dedica."

Mi ha lasciata di stucco l'esiguo numero di commenti a questo post sul blog del Marziano, di solito molto letto e vissuto. Forse questa volta era più difficile.

Unite contro il cancro giveaway

mercoledì 12 ottobre 2011



Vi ricordate il libro degli schemi di Unite contro il cancro? Sta finalmente per uscire, per la soddisfazione di Ciami e di tutti quelli che hanno collaborato alla sua realizzazione.
Questo post vuole promuovere il giveaway del blog, che permetterà a una fortunata estratta a sorte di portarsi a casa una copia del volume. Al link (poco più indietro e in alto a destra nella sidebar di questo blog) troverete tutte le istruzioni per partecipare. Mi raccomando, diffondete, spammate, per una volta è un bene!

Ecco un'anteprima del libro, con le splendide foto di Federico Sangiorgi.

Come nasce un modello nella tana dell'orso 2

lunedì 3 ottobre 2011


La parte più difficile, nella creazione di uno schema complesso come quello di un maglione, soprattutto se pensato per un fisico molto diverso dal nostro, è senz'altro l'elaborazione delle taglie.
Ho sempre disegnato da me i modelli per me e per amici e familiari, seguendo una regola semplice ed empirica: prendevo un maglione che stesse bene al destinatario, lo misuravo nei punti strategici (fianchi , vita, giro seno o torace, spalle, lunghezza delle maniche e così via), prendevo nota, disegnavo uno schizzo del modello che volevo realizzare, facevo un campione con la tensione che ritenevo opportuna e, con un po' di calcoli e un po' di spannometria ursina il nuovo maglione nasceva senza intoppi.
Disegnare un modello e scrivere il pattern per la pubblicazione è tutta un'altra storia. Le taglie devono essere conformi agli standard, occorre dare indicazioni sulla vestibilità (come sarà il capo? stretto, comodo, oversize?), i calcoli e le misurazioni devono essere precisi.
Insomma, un mezzo delirio. In questi giorni mi sto occupando di Sunshine on my shoulders, che avevo realizzato lo scorso anno e che vorrei cercare di pubblicare prima che finisca questo inverno. Vorrei raccontarvi la mia avventura, passo dopo passo, e condividere con voi tutto il processo e le risorse che utilizzerò (link e bibliografia). Spero di essere utile a chi tenterà questa strada dopo di me e conto sui vostri suggerimenti, se mi vedrete sull'orlo del baratro!

Come nasce un nuovo modello nella tana dell'orso

Cosa succede sul divano dell'orso quando nasce un nuovo modello? Quanti progetti affollano la mia testa di plantigrado?
Il soggiorno non è più presentabile, tutti i buoni propositi di fare ordine nella riserva lanifera costruendo cassettiere vanno a farsi benedire. Per progettare ho bisogno del disordine, di trovare sempre a portata di artiglio tutti i miei attrezzi, la carta per gli schizzi, i fogli quadrettati per disegnare i grafici dei motivi lace, penne, gomme e matite e un certo numero di gomitoli diversi, per fare campioni che disfo sbuffando (o rugliando, a seconda del grado di frustrazione, che dipende a sua volta dal numero di tentativi abortiti in precedenza).

In questi giorni sto lavorando a tre progetti:
Un set per la notte dei senza dimora (ho scelto il cappello su Ravelry e spero di riuscire a fare i guanti senza dita modificando il mio modello Onda su onda per semplificarli in modo da permettere a più persone di realizzarne, magari proprio per chi potrebbe averne bisogno)

A hat fit for a boyfriend (di Stephanie Nicole)

Un nuovo scialle lace con il mio amato Kid seta, ancora top secret!

La taglia xl del mio Sunshine on my shoulders, perché mi è stato commissionato e per riuscire finalmente a pubblicare lo schema.

Dovrei proprio essere più veloce, o avere più tempo.

L'arte delle dimissioni

giovedì 22 settembre 2011


Dopo 31 anni di carriera, i REM hanno deciso di andare in pensione. Gli ultimi album della band di Athens non erano stati memorabili, ma la scelta coraggiosa di non trasformarsi in un carrozzone di amarcord e cerone è all'altezza delle pagine più emozionanti della loro produzione musicale.

Li ringrazio per Everybody hurts, Man on the Moon, Shiny happy people (anche nella meravigliosa versione Furry happy monsters, con i Muppets), Nightswimming e per Orange Crush, che tempo fa mi ispirò (anche se solo per caso e quasi per scherzo) questo pullover, il cui pattern sarà presto disponibile.



La sua particolarità sono gli scaldamani incorporati, utilissimi nelle giornate più fredde... devo farmene uno per l'ufficio!

Adotta con i tuoi ferri da maglia un senza dimora

mercoledì 21 settembre 2011





La Notte dei senza dimora è una manifestazione giunta alla 12^ edizione, il suo scopo è quello di generare attenzione intorno al problema delle persone che non hanno una casa e si preparano ad affrontare la stagione fredda tra mille difficoltà. Quest'anno, oltre alla notte all'aperto, prevista per sabato 15 ottobre in piazza Santo Stefano a Milano, l'associazione Terre di Mezzo promuove la raccolta di accessori in lana (da preferire assolutamente all'acrilico, perché più calda e salubre) fatti a mano da noi gomitolare accanite. Ho letto di questa iniziativa su facebook e ve la propongo anche qui, copiando il testo del post di Horujo Creazioni e incollandolo pari pari qui sotto:
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"Sai lavorare a maglia oppure all' uncinetto?
Dona qualcosa fatto da te ad un senza dimora :)
Milano, 15 ottobre 2011: Vieni alla Notte dei senza dimora!

Aiutaci nella raccolta di scaldacolli, cappelli, sciarpe e guanti, che di solito hanno difficoltà a reperire per far fronte all'emergenza freddo, da donare ai senza dimora.
Potete seguirci su http://associazione.terre.it/ oppure su Facebook diventando fan della pagina Insieme nelle Terre di mezzo - gruppo di Milano.
http://www.facebook.com/pages/Insieme-nelle-Terre-di-Mezzo-onlus-gruppo-di-Milano/182989508392051

Per info : Notte dei senza Dimora
Silvia De Facendis
Resp. Notte dei senza dimora 2011
silviadefacendis@terre.it

Per info raccolta:
Caterina Donato
tel. 329 1088496
caterinadonato13@gmail.com
FB http://www.facebook.com/profile.php?id=1375328157

La raccolta avverrà in piazza il 15/10 durante l' evento
per chi fosse impossibilitato a partecipare
puo spedire ad:

Insieme nelle Terre di mezzo onlus
Via Calatafimi 10
20122 - Milano
per info: silviadefacendis@terre.it "
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A me sembra un'ottima idea e vi invito a partecipare e a fare il passaparola.

Elogio della pecora

lunedì 19 settembre 2011


In quanto lanista quasi anonima non posso non amare le pecore che, oltre a essere animali simpatici e graziosi, producono l'oggetto dei miei desideri.

Questa qui sotto, Terry De Nicolò, escort di lusso e fequentatrice di Tarantini e delle feste eleganti del presidente del consiglio, invece non apprezza gli ovini, li utilizza per definire quei poveri sfigati che guadagnano solo 2000 euro al mese. Le sue parole su rai2:

"La bellezza, come dice Sgarbi è un valore, se tu si racchia e fai schifo, devi stare a casa"

"Quando sei onesto non fai un grande business"

"Più in alto vuoi andare, più devi passare sui cadaveri... è così ed è giusto che sia così"

"Qui è la legge di chi è più forte, di chi è leone. Se tu sei pecora te ne devi stare a casa con 2000 euro al mese"

Certo che una così ha un bel coraggio a parlare di pecore.



Qui trovate il link all'intervista.

Io sono fiera di essere racchia, guadagno meno di una pecora e me ne sto orgogliosamente a casa (ma anche all'aperto e in ogni dove) a fare la maglia. Cosa sia questa qui lo lascio dire a voi.

Il bordo e l'orlo

giovedì 8 settembre 2011



Sarà perché non ho ancora fatto colazione, ma questo titolo, più che al lavoro a maglia, mi fa pensare alla focaccia. In realtà è proprio di lavoro a maglia che vorrei parlare, di bordi, o meglio di orli in particolare.

Spesso un bordino a coste, più o meno rivisitato, non è la scelta migliore, soprattutto se vogliamo che il capo che stiamo realizzando non abbia un aspetto troppo sportivo. Una soluzione alternativa può essere il bordo che si arrotola, quello lavorato a maglia rasata, magari ritorta (si arrotola meglio!), ma se vogliamo un aspetto più ordinato e sartoriale, l'orlo ripegato è l'ideale. In passato l'ho utilizzato spesso, ma trovavo noioso cucire l'orlo, una volta finito il capo, a punto maglia o a punto indietro. Poi ho capito che non era necessario cucire: basta avviare le maglie in modo provvisorio (perché sia possibile riprenderle al momento giusto) e poi lavorarle insieme a quelle a cui si vogliono unire per formare la piegatura del'orlo.

In questi giorni sto facendo un cardigan, il Ruby Red di Anna Mikuskova (lo schema è in inglese e gratuito su Knitty, basta seguire il link) e, utilizza questo tipo di finitura, così ho pensato di realizzare un fototutorial sul tema. Spero che possa essere utile a qualche giovane sferruzzatrice di passaggio (naturalmente è gratuito).


Scarica il tutorial

X-treme knitting

domenica 28 agosto 2011

L'orso marsicano ha accettato la sfida lanciata da Linda e Valentina di The Wool Box, sferruzzando in modo estremo, a modo suo.



Grazie a Silvia e Ale per le riprese e per il montaggio ecc.

Susa e la lana tinta a mano

martedì 2 agosto 2011


Non ricordo con precisione chi me l'abbia fatto conoscere, forse l'amica Filly, ma alcuni mesi fa ho scoperto il blog di Susa, Glasperlen un wollshop, un'abile artigiana tedesca, che fa bellissime perle di vetro, ma, soprattutto, tinge la lana con un gusto e un'abilità incredibili, a mio avviso.

Dopo aver meditato a lungo, ho acquistato la mia prima matassa, 100 grammi di Filisilk Zitron nel colore Meeresrauschen. Credo che prima o poi tornerò sul luogo del delitto... drogata!

Ora non mi resta che farne un gomitolo e, prima o poi, inventarmi qualcosa di speciale per utilizzarla. Dal momento che si tratta di un filato lace (100 gr. 600 m.), 70% merino, 30% seta, credo che il progetto più adatto potrebbe essere uno scialle o una stola. Ci penserò.

Ordine nella tana dell'orso

lunedì 1 agosto 2011


La tana dell'orso è molto piccola e fino a poche ore fa era pena di gomitoli e matasse che rotolavano fuori posto, sul divano, su pavimento del soggiorno e nei posti più inaspettati. Ora però lo stash ha una nuova casa: gli scaffali progettati e assemblati dall'altro orso che abita questa tana e dipinti e rifiniti dall'orsa medesima. I cesti, diversi tra loro sia per scelta estetica, sia per aiutarmi a ricordarne il contenuto, provengono da Ikea, i mobili no, sono assi di abete tagliate su misura e unite con viti lunghissime (non credevo che fossero necessarie viti di quelle dimensioni), perché quelli di Ikea erano troppo leggeri e traballanti per la dimora di un plantigrado... non ci andiamo troppo per il sottile con le zampe che ci ritroviamo!

Uno dei cesti contiene i lavori in corso e, quando serve, può essere portato vicino al divano per sferruzzare tranquillamente e poi tornare a posto senza che io debba fare la minima fatica per riordinare.

Indovina chi viene a pranzo?

martedì 5 luglio 2011

L'umanità è varia e bizzarra, spesso anche un po' criticabile, a volte detestabile, a mio avviso. Ho sempre provato una certa antipatia nei confronti della lega nord. I modi rozzi, secondo me non si addicono alle Istituzioni, le tematiche del territorio in chiave della sua difesa dagli immigrati non mi interessano, anzi, mi fanno inferocire (come se ce ne fosse bisogno), insomma, da loro mi dividono molto più che gli Appennini. Ma adesso hanno esagerato. Convinti che la provincia di Trento sia danneggiata a livello turistico dalla reintroduzione dell'orso bruno (avete capito bene), hanno deciso di organizzare una bella grigliata di carne di orso. Stiamo scherzando?

No, a Imer erano già belli pronti con la brace rossa al punto giusto, con i loro bei pacchi di carne plantigrada importati dalla Slovenia apposta per la grande abbuffata. Perché? Sono contrari al progetto Life Ursus, che si propone la reintroduzione dell'orso bruno sulle montagne della Provincia di Trento. I NAS hanno guastato la festa, mancano i documenti necessari per l'importazione e la carne viene sequestrata, i buzzurri verdi si sono buttati borbottando sulla salsiccia, ma cosa rimane? A me rimane un pensiero triste. L'ignoranza umana è tanta e pericolosa. Non si riesce a far capire che un animale selvatico, anche se può fare qualche danno alle attività dell'uomo, è una ricchezza incredibile e che non abbiamo l'esclusiva sul diritto a vivere.

Torno a sferruzzare, penso ai meravigliosi orsi che ho visto liberi in Abruzzo e spero che qualcosa cambi, presto.

Il mohair dell'Orto degli Ulivi

mercoledì 29 giugno 2011

Nei giorni scorsi ho acquistato alcuni gomitoli di filato mohair a 4 capi naturale, prodotto nella fattoria biologica l'orto degli ulivi. In questo periodo stanno praticando uno sconto su questo filato perché hanno in programma un acquisto importante, se vi interessa approfittare dell'occasione, visitate il loro sito. Potrete vedere anche le foto di tutti i loro animali.

Il filato è molto bello e ha un profumo eccezionale, non vedo l'ora di provarlo.



Cosa farci? Per esempio il pull Jole, nato proprio per questo filato e disegnato da Daniela per il progetto Unite contro il cancro, di cui l'orto degli ulivi è sponsor. A proposito, credo che ci sia ancora la possibilità di fare da tester per questo modello.

Ultimi lavori

mercoledì 15 giugno 2011


Trovare tempo per il blog in questi giorni è un'impresa. Sto lavorando a troppi progetti, tutti interessanti e importanti che spero vadano a buon fine (e di cui per ora non posso raccontare), ma ho pensato di mostrarvi due degli ultimi lavori che ho eseguito per la mia amica (e praticamente unica cliente!) Carmen.
Il cardigan è Acorns, di Carol Sunday, personalmente ho trovato il modello bellissimo, ma il pattern non molto semplice da seguire (occorre prestare molta attenzione al testo in ogni punto). L'ho realizzato con il filato Cardiff Cashmere, anche qui ho trovato ottimi i risultati, ma non ho amato lavorarlo. Il pregio maggiore di questo filato è la resa, per un cardigan taglia 42 sono bastati 8 gomitoli da 25 grammi (fondamentale, visto che il prezzo di ogni gomitolo si aggira intorno agli 11 euro), inoltre è morbido, ma non troppo inconsistente.
L'abito invece è un modello tratto dalla rivista Debbie Bliss Spring/Summer 2011 realizzato con il cotone Debbie Bliss Ecobaby Fairtrade. Il lavoro è stato lunghissimo (con i ferri da 3,00 mm!), ma di grande soddisfazione, forse lo rifarò, ma vorrei usare un cotone di casa nostra, il Bio5 della Sesia, che è il mio preferito. Lo trovo morbido, fresco e piacevole da indossare e da lavorare e ha una cartella colori interessante con toni naturali, terrosi, blu profondi, viola intensi ma non squillanti. Insomma, mi sento di consigliarlo e giuro che non mi pagano per farlo!

Bear Knitting

domenica 5 giugno 2011





Non potevo non promuovere un'iniziativa del genere! Si tratta di uno stitch'n'bitch dedicato agli orsi, agli amanti degli orsi e ai simpatizzanti. Ci saranno Diego e La Pina di radio deejay e varie magliste del Naba a fare da insegnanti.
Alla faccia di chi pensa che la maglia sia solo lo sport delle nonnine.

Unite contro il cancro news

martedì 24 maggio 2011

Vi ricordate il progetto Unite contro il cancro? L'iniziativa delle Laniste quasi Anonime presenta in questi giorni un paio di novità importanti. La prima l'avrete già adocchiata grazie al banner che ho pubblicato alcuni giorni fa: dal lato destro della mia pagina le splendide matasse tinte a mano da Tibisay occhieggiano tentatrici e vi invitano a visitare il blog, per partecipare al sorteggio che le assegnerà a una fortunata vincitrice. Tutto quello che dovete fare è leggere le regole e aiutarci a diffondere la notizia il più possibile attraverso i blog e i social network. Quale notizia? La notizia che a ottobre è prevista l'uscita del libro che conterrà i pattern scritti da noi Laniste quasi Anonime e amiche varie per raccogliere fondi a favore della ricerca sul cancro.
La seconda novità è che è stato rivelato il contenuto del libro, ovvero i 20 pattern scelti grazie alle preferenze di tutte le amiche che hanno voluto votare. Ho scoperto con molto piacere che ci sarà anche il mio Ci vuole un fiore. Gli altri pattern proposti avranno comunque un ruolo molto importante, perché verranno venduti singolarmente in formato elettronico per raccogliere fondi per la stessa causa.
Se volete aiutarci a promuovere il progetto, visitate il blog di Unite contro il cancro e partecipate al giveaway, le voluttuose matasse di Tibisay vi stanno aspettando, insieme alla possibilità di fare qualcosa di concreto per la ricerca.

Avviso alle laniste

lunedì 16 maggio 2011

Nei giorni 19, 20 e 21 maggio (giovedì, venerdì e sabato) Kniteasy organizza una vendita speciale di filati presso il proprio magazzino: Aspatura Manna 13035 Lenta (VC) - 50, Via Gattinara

Attenzione, perchè sulle pagine gialle è stato messo in un altro paese, lo stesso su google maps.

Praticamente, si arriva a Lenta (vc) e questo è il luogo corretto

Non si tratta di un negozio, ma di una specie di maxi-destash. Ecco quello che troverete (cito direttamente dal post di Alberto su Ravelry):

"articoli filitaly non in vendita presso negozi in Italia
qualche colore di baby-milk
qualche articolo da calzetteria, lana-nylon, su rocche
cashmere, in matasse 25 gr, 375 mt.
misto cotone colori vari (credo su rocche)
qualche rivista (poca roba)
qualche ferro/uncinetto K-P
maglieria in cashmere, prototipi
sciarpe ancora in pezza, gregge da tingere ( o tenere così).
pochi scampoli in alpaca e vari
Tops greggi vari. Lana, misti pregiati (di cui non ricordo esattamente la composizione)
altro, sicuramente, che mi salterà fuori.
macchina maglieria Coppo fin-12"

Io andrò a dare un'occhiata sabato (sperando di trovare ancora qualcosa ; ) e con l'occasione passerò il weekend in campagna.
Spero di incontrarci qualcuna di voi.

Gli asparagi selvatici

martedì 10 maggio 2011



Li ho trovati nel bosco, domenica pomeriggio. Ce n'erano parecchi e ne ho raccolto un mazzetto. Temevo che il risultato mi avrebbe deluso, ma ho provato a farci un risotto e mi hanno sorpresa, perciò, se ne avete la possibilità, vi consiglio una bella passeggiata nel bosco e (non inorridite!) una ricetta per il risotto vegan agli asparagi selvatici:

Per 2 o 3 persone (2 se mangiate solo questo, 3 se avete in programma un secondo)

1 mazzetto di asparagi selvatici (tagliate solo gli ultimi 15 o 20 cm, il resto del gambo è legnoso)

200 gr. di riso carnaroli

olio evo

1 scalogno

circa 1 litro di brodo vegetale

sale

Soffriggete leggermente lo scalogno nell'olio, unite il riso e tostarlo per un paio di minuti. Aggiungete gli asparagi tagliati a pezzetti e lasciare rosolare ancora un paio di minuti. Versate poco per volta il brodo nel riso (due mestoli alla volta, lasciandolo assorbire prima di metterne altro). Quando il riso è quasi cotto controllare il sale e, se serve, aggiungerne un pizzico.

Ecco il risultato

La festa ai lavoratori

domenica 1 maggio 2011


Oggi è una domenica particolare, anche se la chiesa ha deciso di cercare di farci dimenticare questa ricorrenza troppo rossa piazzandoci la beatificazione di papa GPII (sarò complottista, ma che cavolo ci voleva a metterla l'8 maggio?), il primo maggio rimane comunque la festa dei lavoratori.
A Genova, e penso in molte altre parti d'Italia, la tradizione richiederebbe gita sui prati e basanata (pranzo al sacco a base di fave, salame e sardo fresco), giocare a pallone, prendere il sole, soffiare i soffioni, infrattarsi fra i cespugli e via così, secondo quello che suggeriscono il paesaggio, l'età e la compagnia.

Oggi no, secondo i nostri imprenditori e per i sindaci più illuminati oggi si festeggia con lo shopping: tutti a incodarsi al centro commerciale. Non sentite anche voi l'urgenza di acquistare un nuovo frullatore? Non vi scappa di comprare delle ciabattine infradito? Niente paura, commesse e cassieri sono a vostra disposizione, sacrificati al profitto di chi passerà la festa in megayacht o in piazzetta a Portofino.

Se invece non avete un lavoro e i soldi per chiudervi da qualche parte a fare spese, potete sempre gustarvi la diretta da piazza S. Pietro. Che giorno era oggi?

Buon 25 aprile reloaded

lunedì 25 aprile 2011

Ripropongo il posto dello scorso anno, ci sta sempre bene.
W la liberazione!

« Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l'ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Mi diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!» »

Restiamo umani

sabato 16 aprile 2011



Non voglio scrivere niente di mio sulla morte di Vittorio Arrigoni, ma penso che sia giusto che questo spazio, anche se insignificante rispetto ai numeri della rete, faccia eco alle parole di una persona che è stata uccisa per aver creduto nelle sue idee.

Restiamo umani

Quando Berta filava

mercoledì 13 aprile 2011




Continua il mio viaggio dietro il gomitolo e questa volta ci ho messo le zampe in prima persona. Grazie all'organizzazione di Donna e a Deborah Gray, esperta e pazientissima insegnante, sono riuscita a farmi un'idea di come nasceva il filo di lana fino a non molto tempo fa, in modo artigianale, dal vello sucido. Il corso si è tenuto lo scorso weekend a Lucca e replicherà il prossimo.
Il vello in questione era appartenuto a una pecora Sopravissana, allevata in Abruzzo e, come potete vedere nelle foto era abbastanza sporco. La prima cosa che mi ha colpito è la forma del vello, rimane intero, ed è grande, più di quanto credessi.

In fondo non è passato molto tempo. Ieri mia nonna mi ha detto che sua sorella, durante la seconda guerra mondiale, filava la lana dei materassi per produrre indumenti per la famiglia. Mio suocero ha una foto in cui una donna della sua famiglia si dà da fare col filatoio nel cortile di casa.
Non è passato molto tempo, ma abbiamo perso il contatto con le cose che usiamo, con i materiali, abbiamo perso saperi e abilità e proprio per recuperare un minimo di consapevolezza ho deciso di provare a imparare a filare la lana e, più o meno, ci sono riuscita. Ho pettinato i fiocchi di lana, privandoli delle impurità (ma non ho avuto il coraggio di provare a cardare, ci vuole troppa coordinazione), ho usato un fuso e ho prodotto una specie di filato a due capi (quello tutto bozzoluto della foto) con cui, assistita da Deborah, ho fatto una mini matassa utilizzando l'aspo.

Si può fare, non è facile, ma si può fare e il momento in cui si sente la fifbra diventare filo, nel modo giusto, tra le dita è quasi magico.

A margine, se non lo avete ancora fatto, visitate Lucca, è una città bellissima e vivibile, con una piazza tra le più caratteristiche d'Italia (piazza dell'anfiteatro), un patrimonio architettonico straordinario e una cinta muraria unica nel suo genere, 4,5 chilometri percorribili a piedi o in bicicletta, con parchi prati e bellissimi alberi.

Dietro il gomitolo 2

mercoledì 30 marzo 2011

Quanti chilomentri percorre un gomitolo? Non saprei ricostruire tutto il viaggio, ma è noto che la maggior parte della lana viene prodotta in Australia o in America del sud e poi va a finire in Cina o in India per essere lavata e lavorata e da qui in tutto il mondo, per essere filata e confezionata e poi venduta.
Questo dovrebbe essere un altro motivo di riflessione per chi acquista filati, insieme ai problemi relativi al controllo sulle emissioni nell'ambiente di sostanze potenzialmente nocive e alle condizioni di chi nel processo lavora materialmente (quali sono gli standard di sicurezza, i livelli di retribuzione?), per non dimenticare il trattamento riservato agli animali (e qui il discorso si fa più misterioso, perchè le pecore non parlano e non hanno blog nei quali lamentarsi dei maltrattamenti che subiscono).
Anche di questo abbiamo parlato a Miagliano. The wool box porta avanti una politica di filiera corta e di ecosostenibilità che non si può non condividere. Le lane prodotte da Biella the wool company provengono da un territorio del raggio di poco più di 20 km dal punto in cui vengono lavorate.
Alcuni giorni fa, in un forum di Ravelry, si parlava di lana autoctona e risorse locali e si rifletteva sul fatto che i prodotti a chilmetro zero corrono il rischio di restare un fenomeno di nicchia, perché non hanno i numeri, perché produrre in un certo modo ha costi che sono fuori dal mercato. Può essere, ma sono sicura che ci si debba pensare. A livello personale credo che il concetto di decrescita sia la chiave, come diceva Alice Twain in una di queste discussioni (spero di non aver frainteso il suo pensiero). Forse sarebbe meglio acquistare gomitoli migliori, più sani per l'ambiente, più sicuri per chi lavora, meno crudeli con gli animali. Avranno un costo maggiore, in ragione del loro valore, della loro qualità e della loro sostenibilità, ma non sarebbe meglio limitare le nostre scorte di filati inutilizzati nelle scatole e negli armadi per avere in cambio tutti i possibili vantaggi di cui ho parlato fin qui?

Dietro il gomitolo

domenica 20 marzo 2011

Ogni appassionata di lavoro a maglia o all'uncinetto diventa, presto o tardi, una maniaca dei filati. Si tratta di una conseguenza inevitabile. Basta leggere i post nei forum dedicati all'argomento; ci sono pagine e pagine di discussioni sulla qualità dei filati, sui colori, sulle diverse fibre, sul mercato dei filati e sulle quantità incredibili di gomitoli e matasse che molte di noi accumulano. La scorta della lanista (quasi) anonima cresce, indipendente dai progetti da realizzare ed è quasi impossibile disfarsene.

Il gomitolo da mezzo diventa fine. La collezione nelle scatole dentro gli armadi, sotto i divani, nelle ceste che affollano i nostri soggiorni (per la disperazione di mariti e genitori) assume un ruolo da protagonista.

Io non sono una delle massime esponenti di questa corrente, ho solo 3 scatole di filati nella mia tana (è risaputo che gli orsi non si costruiscono abitazioni troppo spaziose), ma adoro i gomitoli e spesso mi sono chiesta come nascono, da dove vengono.
Alcuni giorni fa ho avuto l'opportunità di farmene un'idea, grazie a The wool box e a Natascia, che mi ha invitata a conoscerli.

The wool box
è un progetto che nasce insieme a Biella the wool company, un consorzio che si propone di riunire produttori, esperti, persone in grado di gestire la lavorazione della lana, allo scopo di proteggere e conservare un patrimonio biologico e culturale che altrimenti andrebbe perso per sempre.

La pecora biellese


La loro sede si trova a Miagliano, comune del Biellese, un ex villaggio fabbrica sorto intorno a un antico lanificio che, fondato nel 1865 ha cessato l'attività all'inizio degli anni '90. Definire la visita interessante è riduttivo. La struttura ha un fascino incredibile perchè unisce le suggestioni dell'archeologia industriale alla sensazione che il lavoro lì sia ancora vivo, non solo perchè ci sono alcune persone che lavorano all'interno, ma per l'odore di fabbrica che c'è ancora, per le strutture, i macchinari in disuso, l'archivio con i campioni di tutti i tessuti prodotti in quella fabbrica dalla metà dell'800 in avanti. C'è un sapere che viene conservato con cura e con entusiasmo, perchè non muoia.
Poi c'è lo showroom, con una parte della mostra Wools of Europe, che espone lavori realizzati dagli artigiani di tutta l'Europa utilizzando la lana prodotta dalle razze ovine locali, razze la cui lana non è pregiata, dimostrando come, da un prodotto che generalmente si smaltisce come rifiuto, si possano ottenere manufatti straordinari. Il visitatore può vedere le foto degli animali, leggere le didascalie con le loro caratteristiche e la provenienza geografica, ammirare i prodotti della fantasia e dell'abilità degli artigiani e soprattutto toccare e annusare il vello sucido da cui si è ottenuta quella lana. Vi assicuro che è un'esperienza sorprendente.
The wool box inoltre conserva, rigorosamente sottovuoto, i velli di 87 pecore di razze diverse, provenienti da 27 Paesi.

Se vi ho incuriosito, mettetevi in contatto con loro, è una visita che merita.
Continua...

Nuovo pattern

venerdì 18 marzo 2011






Lo so, la primavera è alle porte, ma fa ancora freddo.
Ok, è una scusa abbastanza patetica, a dire il vero il problema è che sono sempre in ritardo con la pubblicazione dei pattern. Il lavoro di scrittura delle istruzioni, la fase dei test in italiano e in inglese (soprattutto questa) per me sono molto impegnativi. Insomma, mi perdonerete anche questa volta, spero.

Baby it's cold outside è uno scaldacollo perfetto per i giorni più freddi. Lavorato in piano con un filato grosso e ferri n. 6, è un progetto adatto a chi vuole iniziare a prendere confidenza con le trecce e con la tecnica dei ferri accorciati e per chi vuole la soddisfazione immediata di un capo subito pronto o un regalo last minute.
Il titolo si ispira all’omonima canzone di Frank Loesser, un classico interpretato, fra gli altri, da Dean Martin, Ray Charles, Ella Fitzgerald, Dionne Warwick, Tom Jones.

Ecco il mio nuovo pattern gratuito:
Baby it's cold outside
Per scaricarlo occorre iscriversi a Ravelry, se non lo avete già fatto, cosa aspettate? L'iscrizione è gratuita e non vi arriveranno e-mail moleste, mai.

download now

Il filato che ho usato è Puno1 di Filitaly-lab, potete trovare molte informazioni su questi filati e altri pattern gratuiti nel blog Kniteasy . In alternativa al Puno1 potete usare il Puno2 messo doppio.

Per il test ringrazio di cuore Summer, Chris, Rebecca (per la versione inglese) e Cinzia e Mirella (per la versione italiana).

Buon lavoro!

Una festa che festa non è

martedì 8 marzo 2011

L'8 marzo non è una festa, è un momento di riflessione, la commemorazione di una strage. La strage avvenne nel 1908 a New York, in una fabbrica tessile, dove 129 donne che scioperavano da giorni per rivendicare condizioni di lavoro decenti, morirono nell'incendio divampato nella loro fabbrica perchè i proprietari le avevano chiuse all'interno. La mimosa, come simbolo di questa giornata nasce nel 1946 per iniziativa delle donne dell'UDI (da wikipedia), un movimento che univa le donne appartenenti ai maggiori partiti politici dell'Italia appena liberata.

Perciò oggi non sarebbe il caso di festeggiare con bagordi e spogliarelli, ma varrebbe la pena di fermarsi per un momento a pensare cosa siamo state e cosa siamo stati, chi vogliamo essere, chi siamo e cosa vogliamo diventare. La vita delle donne oggi è diversa da come era nel 1908, ma non dappertutto e non abbastanza. Ci sono Paesi dove nascere femmine è un grosso handicap, c'è chi fa di tutto per farci o per farci sentire merce e ci riesce benissimo (vedere il post del Grande Marziano, per chi non lo avesse ancora fatto).

Credo che oggi, invece di foraggiare il mercato della mimosa (al massimo la compro da un ambulante), penserò al significato di parità di diritti, cosa vuole dire essere una donna anzichè un uomo (chissà se in fondo la differenza è davvero così spiccata) e a cosa posso fare per boicottare una cultura che ci vuole schiave inconsapevoli.

Liebster blog e il compleanno del blog di Emma

mercoledì 2 marzo 2011

Emma Fassio Knitting compie due anni e festeggia con un regalo per le sue lettrici. Se ancora non lo avete fatto, potete partecipare all'estrazione di una bella borsa porta progetto realizzata da Emma scrivendo un commento a questo post. Emma non ha bisogno di presentazioni, è una delle migliori designer su Ravelry e ha un blog molto ricco di risorse per noi maniache del gomitolo. Tra i suoi numerosi pattern, quello che preferisco è il Rosa's sleeveless cardi-jumper che ho realizzato per me, un progetto semplice e geniale, rapidissimo da fare e di grande effetto, adatto a tutte le stagioni, basta cambiare il filato e il diametro dei ferri e si otterrà un capo invernale o un top trasparente per l'estate. Lavorato in tondo, non richiede cuciture e, con un semplice gioco di aumenti si ottiene il particolare delle punte laterali. Questa è la mia versione.
Se tra voi ci fosse qualcuna che ancora non segue il suo blog, questa è l'occasione buona per incominciare.

Un'altra blogger amica, Donna di am...magliando, mi ha fatto l'onore di assegnarmi il Liebster Blog Award, un riconoscimento ai piccoli blog com meno di 300 lettori fissi. Trasmetterlo a un massimo di altri 5 blog è facoltativo. Grazie Donna, io non passo il testimone anche e soprattutto per non avere l'imbarazzo di scegliere 5 tra i molti blog che seguo, ma inaugurerò una serie di post dedicati ad altri blog. Questo era il primo.

Scuola

martedì 1 marzo 2011


Ho appena sentito il presidente (del) con(s)iglio sbraitare di scuole piene di insegnanti comunisti che vogliono inculcare (strano questo verbo dalle sue labbra, mi sarebbe sembrato più familiare con una c in meno) nelle teste dei ragazzi principi contrari a quelli che i loro genitori vorrebbero. Mi ha fatto venire voglia di rispondergli che i genitori che vogliono una scuola che insegni ai loro ragazzi la storia in chiave revisionista o che desiderano riempirgli la zucca di superstizioni, se la devono pagare, eccheccavolo.

Mi è venuta in mente anche una canzone di Eugenio Finardi, "Scuola", di cui vi riporto alcuni versi.


Io volevo sapere la vera storia della gente
come si fa a vivere e cosa serve veramente
perchè l'unica cosa che la scuola dovrebbe fare:
è insegnare a imparare.

Vi consiglio di ascoltarla tutta, se non la conoscete.

L'orso sbarca su Etsy

venerdì 25 febbraio 2011



Alla fine l'ho fatto. Ho aperto il mio negozio ursino su Etsy, uno dei siti più utilizzati da chi compra e vende oggetti fatti a mano o vintage su internet. Meditavo su questa scelta da molti mesi, incoraggiata dalle amiche, pressata dalla pila di oggetti sferruzzati che mi guardava di traverso da sopra il coperchio del pianoforte, incitata dai gomitoli nelle scatole sotto il divano (knittaci, knittaci), trattenuta dalla paura di sbagliare, di combinare chissà che pasticci, di fallire.

Il desiderio di cambiare vita c'entra, ma non perchè io creda che una mossa del genere mi possa permettere di lasciare il lavoro, piuttosto per me è una svolta nell'atteggiamento, nel mio considerare le possibilità, un tuffo.

Per chi vorrà venirmi a trovare, un link e un grazie!

Un nuovo modello e il mare in inverno

sabato 12 febbraio 2011




Rieccomi con un nuovo modello. Baby it's cold outside è uno scaldacollo pensato per le più freddolose, perchè è abbottonato e aderisce bene al collo, senza far passare troppa aria, ma è soprattutto dedicato a chi vuole un progetto veloce da fare ma non troppo noioso, con la treccia e gli short rows. Perfetto per prendere confidenza con queste tecniche in modo non traumatico, grazie al filato grosso e facile da lavorare, è anche un ottimo regalo last minute, perchè si finisce in pochissime ore. Il nome del pattern è il titolo di una canzone, un classico di Frank Loesser, interpretato fra gli altri da Dean Martin, Ella Fitzgerald, Ray Charles, Dionne Warwick.

Cosa volete di più?

Io vorrei un'altra bella giornata come quella nella foto, per andare a rovistare con le zampe fra i sassi umidi della battigia in ceerca di vetri colorati. Mi fermo qui, perchè vorrei altre cose molto più complicate, per cui vi lascio il link all'ultimo post dell'amica Ciami

Il pattern è in testing e sarà presto disponibile. Il filato è Puno1 di Filitaly Lab (info)

Sold out!

mercoledì 2 febbraio 2011


Vi ricordate gli orsi del sole e della Sun Bear Collection, il progetto in collaborazione con Ursa Freedom Project e il Sun Bear Bornean Conservation Centre? Dopo mesi di sferruzzamento orsi, e-mail tra Jeanette McDermott, Maren Dallman e me, promozione selvaggia, etichette da scrivere (in inglese, ahia!), pacchetti da incartare e viaggi all'ufficio postale, non solo per me, ma anche per le due fanciulle citate in precedenza, finalmente possiamo dire che è stato un successo.
Ho deciso di scrivere questo post per due ragioni. La prima è la trasparenza: non è giusto chiedere di contribuire a un progetto e poi sparire senza rendere conto a nessuno.

Ho appena ricevuto un messaggio da Jeanette che mi informa che:
Abbiamo venduto tutti e 18 gli orsi per un totale di 485 $, più i 90 $ di spese di spedizione che Jeanette, Maren ed io abbiamo donato al Centre sono stati raccolti in totale 575 $.
Non sono tanti soldi, ma è molto di più di quello che avrei potuto dare con una donazione personale, senza contare la soddisfazione di sapere che i miei orsetti sono in giro per il mondo.

La seconda è il desiderio di dare una piccola testimonianza. Ho saputo da Maren e Jeanette che altre persone del network Ursa Freedom Project si sono fatte avanti per proporre altri progetti legati alle loro capacità artigianali o artistiche per finanziare iniziative a favore degli orsi di tutto il mondo. Come io sono stata ispirata dal lavoro di Elena Sanna, un'amica pittrice che ha venduto i suoi quadri per finanziare Animals Asia Foundation (un'associazione che tutela gli orsi della Luna, sfruttati nelle fattorie della bile e li recupera per dargli una nuova vita), qualcun altro raccoglierà il testimone e questo mi regala un po' di ottimismo.

Ora vi saluto, vado a finire di gongolare nella mia tana e mi faccio una fetta di pane con la marmellata di mirtilli, per festeggiare.

Un grazie molto sentito e molto ursino a chi ha partecipato, a chi ha sostenuto l'iniziativa anche solo con un commento incoraggiante, a chi ha acquistato gli orsi (trattateli bene, separarmene è stato difficile!) e a tutti gli amici di Ursa Freedom Project!

Liberiamoci del maiale!

martedì 25 gennaio 2011

Da giorni non scrivo perchè sferruzzo di brutto e ho poco tempo e perchè mi manca l'energia per raccogliere i pensieri che mi ronzano in testa.
Non ho voglia di commentare lo sfascio istituzionale, l'aria di dittatura che respiro, la puzza di harem che arriva fino a qui, le bugie, le giustificazioni patetiche, la fine del pudore, del buon senso e della decenza. Sono giunta alla triste conclusione che in italiA (come dice Zio Scriba) i dittatori piccolotti e un po' ridicoli hanno molto successo, ma, siccome non sono d'accordo, aderisco a questa intelligente iniziativa:

Solo che, siccome non sono d'accordo con il mangiare maiali, vi invito a non consumarne le carni, almeno fino al 6 febbraio, ma a scatenare la vostra immaginazione sul tema con qualsiasi cosa vi venga in mente: una foto, un racconto, un oggetto realizzato da voi sul tema del maiale. Questo è il mio personale contributo, il Magliale, realizzato un po' di tempo fa.




Liberiamoci del maiale!

Life on Mars

lunedì 3 gennaio 2011

Dedicato al Grande Marziano, che mi ha dato l'idea, ecco l'ultimo dei miei personaggi di lana. Il suo nome è ispirato (non a caso) alla canzone di David Bowie. Non so quanto somigli a un marziano vero, ma mi piace pensare che le bambole dei marzianini siano un po' così. Intanto questo esemplare è molto espansivo e ha già fatto amicizia con Pattoz (l'orso che vedete sullo sfondo nella foto). Il pattern per realizzare il pupazzetto alieno sarà disponibile a breve nella tana dell'orso e su Ravelry.

A proposito di pupazzi di lana, gli orsi del sole (di cui al post precedente) stanno trovando casa, ne sono rimasti solo 6 piccoli!



Buon 2011 a tutti, orsi, terrestri e marziani.

PS: Piccolo aggiornamento, gli orsetti rimasti sono due!!!!!
PS2: il pattern è disponibile in italiano e in inglese, su Ravelry