Quanti chilomentri percorre un gomitolo? Non saprei ricostruire tutto il viaggio, ma è noto che la maggior parte della lana viene prodotta in Australia o in America del sud e poi va a finire in Cina o in India per essere lavata e lavorata e da qui in tutto il mondo, per essere filata e confezionata e poi venduta.
Questo dovrebbe essere un altro motivo di riflessione per chi acquista filati, insieme ai problemi relativi al controllo sulle emissioni nell'ambiente di sostanze potenzialmente nocive e alle condizioni di chi nel processo lavora materialmente (quali sono gli standard di sicurezza, i livelli di retribuzione?), per non dimenticare il trattamento riservato agli animali (e qui il discorso si fa più misterioso, perchè le pecore non parlano e non hanno blog nei quali lamentarsi dei maltrattamenti che subiscono).
Anche di questo abbiamo parlato a Miagliano. The wool box porta avanti una politica di filiera corta e di ecosostenibilità che non si può non condividere. Le lane prodotte da Biella the wool company provengono da un territorio del raggio di poco più di 20 km dal punto in cui vengono lavorate.
Alcuni giorni fa, in un forum di Ravelry, si parlava di lana autoctona e risorse locali e si rifletteva sul fatto che i prodotti a chilmetro zero corrono il rischio di restare un fenomeno di nicchia, perché non hanno i numeri, perché produrre in un certo modo ha costi che sono fuori dal mercato. Può essere, ma sono sicura che ci si debba pensare. A livello personale credo che il concetto di decrescita sia la chiave, come diceva Alice Twain in una di queste discussioni (spero di non aver frainteso il suo pensiero). Forse sarebbe meglio acquistare gomitoli migliori, più sani per l'ambiente, più sicuri per chi lavora, meno crudeli con gli animali. Avranno un costo maggiore, in ragione del loro valore, della loro qualità e della loro sostenibilità, ma non sarebbe meglio limitare le nostre scorte di filati inutilizzati nelle scatole e negli armadi per avere in cambio tutti i possibili vantaggi di cui ho parlato fin qui?
io mi sono interesata a lle lane prodotte con rispetto dopo la conoscenza ( traumatica ) del muelesing e di altre pratiche che comportavano una grande sofferenza delle pecore da lana trattate come polli da allevamento intensivo. Conosco la reealtà di Biella, e di molti altri piccoli produttori, Sono contenta di questi tuoi post,un grazie molto sincero da parte mia,scusa gli errori nel mio scritto,un abbraccio e ancora un grazie,ciao orsa
RispondiEliminaGrazie a te, stellarossa! Ricambio l'abbraccio : )
RispondiEliminasi, sono molto d'accordo con te. saluti!.
RispondiEliminamaria grazia
@maria grazia: grazie della visita, ciao!
RispondiEliminaE' giusto cercare di mettere in pratica in ogni campo questa coscienza ecosostenibile, anche nei nostri hobbies. Purtroppo restando realista, non so fino a che punto possa riuscire a farlo. Trovo però che sia importante rendersi conto che il matriale che si usa subisce delle trasformazioni e un lungo viaggio prima di arrivare tra le nostre mani.
RispondiElimina@francesca: il punto è proprio questo, sapere, informarsi. Volere o poter fare qualcosa è il passo successivo, ma la consapevolezza è la prima cosa che serve a noi che acquistiamo, a chi produce e all'ambiente. Grazie di essere passata!
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